Per fatto quasi personale

Insisto con una mia vecchia proposta, presentata a tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi venti anni in occasione di convegni, presentazioni di libri, incontri con gli amministratori. Tra poco più di un mese si voterà, per cui non credo di andare fuori traccia se, senza alcuna intenzione prevaricatrice del ruolo che andranno a ricoprire il prossimo sindaco e i futuri consiglieri comunali, mi permetto di sottolineare quanto sarebbe importante l’istituzione dell’Archivio storico comunale.
Chi ama la storia e ha familiarità con gli archivi, sa che essi costituiscono una fonte di primaria importanza per la storia di un territorio e per la ricostruzione dei processi sociali, storici e istituzionali di un comune. Un patrimonio di documenti, pergamene, carte e volumi fondamentali per riscoprire le proprie radici e per comprendere le ragioni dello stare insieme, l’identità di un popolo. Per individuare il filo rosso che lega il presente di una comunità al passato, teso verso l’avvenire.
Dal punto di vista documentario e storiografico, gli ultimi cento anni (esattamente a partire dall’anno 1922) della storia di Sant’Eufemia d’Aspromonte rappresentano una terra pressoché incognita, ma – proprio per questa ragione – anche un fertilissimo campo da arare. Servono però gli strumenti per poterlo fare e gli strumenti, per gli studiosi di storia, sono le fonti.
Accanto al motivo ideale c’è poi l’esigenza immediata di salvare dal progressivo e ineluttabile deterioramento un patrimonio che giace negli scantinati del palazzo municipale in registri e documenti privi di catalogazione, non consultabili, esposti all’umidità e alla polvere.
Sul piano pratico, si tratterebbe di riordinare, catalogare e inventariare il materiale documentario del comune: registri dell’anagrafe; verbali dei consigli comunali e delle giunte municipali; atti ufficiali e corrispondenza con enti politici, uffici burocratici, personalità politiche di rilievo. Ma anche il recupero, in originale o in fotocopia, di tutte le opere pubblicate da autori eufemiesi negli ultimi due secoli. Sparsi negli archivi e nelle biblioteche di tutta Italia vi sono libri, scritti da eufemiesi, dei quali noi stessi non abbiamo completa cognizione. Senza dimenticare che la realizzazione di un progetto del genere necessiterebbe del coinvolgimento di un discreto numero di ragazzi.
Da cittadino comune mi rendo conto che, in generale, le amministrazioni comunali si trovano ad affrontare quasi a mani nude problematiche sociali, economiche e strutturali molto urgenti. La questione dell’Archivio storico comunale potrebbe apparire di secondaria rilevanza.
Tuttavia, la cultura può svolgere un’importante funzione sociale. La coesione di una comunità dipende molto dalla conoscenza della storia del posto in cui essa vive. La consapevolezza dell’esistenza di radici, identità e destino comuni spingono ad amare il proprio paese e ad averne maggiore cura. A guardare con fiducia, tutti insieme, al futuro che verrà.

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Una risposta a “Per fatto quasi personale”

  1. Tutto quello che Domenico ha scritto lo condivido , non sapevo che tanto materiale così importante giacesse negli scantinati in completo abbandono.Penso che nessuno meglio di lui sappia come organizzare un squadra di giovani volenterosi per questo tipo di opera. Auguriamo che la nuova amministrazione prenda a cuore questo progetto. Saluti ,Antonio Crea

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