Buon compleanno, professore Coloprisco

Un appuntamento fisso delle mie estati è l’abbraccio con Aldo Coloprisco, ex insegnante di lettere nella scuola media “Vittorio Visalli”, che oggi ha tagliato il traguardo degli ottant’anni.
Stento a crederci. La mia impressione è che la sua età sia rimasta ferma al periodo del nostro “incontro”, nella metà degli anni Ottanta. Ed è molto probabile che sia così, visto che ancora oggi scrive libri, organizza eventi culturali, fa teatro con la sua “Compagnia dei Capocotti” a Frascati (e non solo), dove risiede da tre decenni.
Il segreto dell’eterna giovinezza sta nel dedicarsi alle attività che più si amano. Coloprisco lo sa e si regola di conseguenza, potendo oltretutto contare sulla complicità della moglie Carmelita Tripodi, un vulcano di iniziative culturali e sociali.
Professore “bizzarro”, faceva sistemare i banchi a ferro di cavallo lungo il perimetro dell’aula e, in terza media, ci trasmise i rudimenti della lingua latina: «Serviranno a chi deciderà di iscriversi al classico o allo scientifico». Nella scampagnata di fine anno guidava la fila che a piedi percorreva i sentieri verso l’Aspromonte, dove ci raggiungeva Carmelita con l’auto carica di ogni ben di Dio.
Sono molti coloro che devono qualcosa a quest’uomo mite ma determinato, coerente con i valori della sua vita. Aldo Coloprisco è stato per lunghi anni un solidissimo punto di riferimento culturale, non soltanto per la libreria che gestiva e che, da allora, Sant’Eufemia non ha più avuto. La recitazione, da occasione di aggregazione e di responsabilizzazione, si è rivelata per molti ragazzi un potente strumento di liberazione. Le rappresentazioni non erano affatto una “pacchia”, per via del tempo che le prove sottraevano alle lezioni, nel teatro di “confine” con le file delle sedie dell’ex cinema, trasportate a scuola da noi studenti. Generazioni di eufemiesi hanno avuto modo di maturare una coscienza civile e di comprendere quanto sia nobile impegnarsi per migliorare, migliorando sé stessi, il posto in cui si vive. Buon cittadino è colui che si spende per contribuire alla crescita socio-culturale della sua comunità.
L’attività teatrale esaltava la funzione emancipatrice della cultura, nel solco di quel socialismo umanitario che ha costituito il fulcro della sua formazione politica. Se chiudo gli occhi, mi appare davanti il cofanetto della Laterza contenente i sette volumi giallo ocra della Storia del pensiero socialista di George D.H. Cole, che per la prima volta vidi nel suo studio. Non a caso, uno dei libri di narrativa adottati nel triennio scolastico, Tibi e Tascia di Saverio Strati, racconta il sogno di evasione dei protagonisti dal contesto angusto della realtà contadina calabrese. Coloprisco ci ha insegnato che i sogni sono parte importante della vita. Ma soprattutto ci ha insegnato il valore della libertà, un bene non negoziabile per nessuna ragione al mondo.
Buon compleanno, mio caro professore.

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