Il ritorno del Bikini

Correvano i favolosi anni ’80: giocavo a calcio (of course), a tennis, pedalavo sulla bici da corsa. E divoravo un numero spropositato di Bikini, un gelato prodotto dall’Algida che ho adorato. In teoria avrebbe dovuto fare concorrenza al Maxibon Motta, anche se era molto diverso. Metà biscotto, come bordo una cornice di cioccolato, la parte superiore bigusto (vaniglia e cioccolato), ricoperto di cioccolato croccante e granella di nocciole. Negli anni ’90 fu ritirato dal commercio e sostituito dal Magnum Sandwich (buono, ma tutta un’altra cosa): un trauma dal quale ho faticato non poco per riprendermi.
Ad ogni inizio di stagione (che ora in realtà non ha soluzione di continuità, mentre al tempo iniziava in maniera “istituzionale” in vista della ricorrenza di San Giuseppe) rivolgo al mitico Tonino, che da 35 anni fornisce il bar di mio padre, la stessa angosciata domanda: «Perché non mettono nuovamente in produzione il Bikini?». Una preghiera finalmente esaudita quest’anno, per la gioia di un bambino un po’ cresciuto.
A questo punto e visto che sognare non costa nulla, consiglierei all’Algida di riproporre il Magnifico (ignominiosamente ritirato dal commercio qualche anno fa), ma soprattutto il tartufo nella coppa di plastica marrone scuro: gelato al tartufo e nocciole tritate (e il cuore cremoso di cioccolato con un non so che di liquoroso). Sulle pareti della coppetta restava attaccato cioccolato duro, sul fondo un paio di millimetri spessi e spaventosamente squisiti. In assoluto, il mio preferito e il mio rimpianto più grande. Una nostalgia lacerante.
Se poi qualcuno volesse completare il sogno, ridatemi pure il Vasco di “C’è chi dice no”, Altobelli e Rummenigge all’Inter, Pertini al Quirinale, Goldrake e Shingo Tamai, Bud Spencer, i giochi di piazza e i muretti sempre occupati da decine e decine di ragazzi felici solo per quello stare insieme.

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