L’Italia, Monti e l’ombrello di Altan

Tempo di sacrifici. Occorre farne tutti. Benissimo. Ma è troppo pretendere un minimo di equità? Le misure approntate dal governo Monti col fiato dello spread sul collo vanno in altra direzione. L’impressione è che a pagare sarà il cittadino comune, destinato ad un progressivo e rischiosissimo impoverimento. A farla franca, o comunque a ricevere un piccolo buffetto e niente più, saranno i soliti noti, le molteplici caste abituate a godere di privilegi intollerabili. Siamo sempre all’ombrello di Altan.
Una manovra sbilanciata sul fronte delle tasse, come certificano le tabelle del ministero del tesoro, che prevedono un aumento della pressione fiscale dal 42,5% del 2011 al 43,8% nel 2012. E che chiunque può già tastare nelle pompe dei carburanti, il cui prezzo è schizzato alle stelle per l’aumento delle accise: in media, 9,9 centesimi in più per la benzina; 13,6 per il gasolio; 2,6 per il Gpl. A questo salasso, vanno aggiunti l’introduzione dell’Ici-Imu sulla prima casa e l’aumento dell’Iva, provvedimenti che non possono che causare la contrazione dei consumi. E senza consumi, che crescita ci può essere?
Il senso di ingiustizia è tutto in questo accanimento contro i ceti medio-bassi. L’annunciato aumento dell’Irpef sui redditi alti non c’è stato. Le tasse su barche e Suv sono propaganda e basta, ininfluenti. La deindicizzazione delle pensioni al di sopra dei 936 euro un’ingiustizia, a fronte del costante aumento del costo della vita. Talmente ingiusta che negli ultimi giorni sta prendendo piede l’ipotesi di portare l’asticella a 1.400 euro. L’abolizione delle pensioni di anzianità, senza distinguere tra lavoro e lavoro, una vigliaccata. Una bazzecola il prelievo dell’1,5% sui capitali scudati, peraltro tecnicamente difficile da realizzare nei casi in cui siano stati reinvestiti in altre attività. Un provvedimento serio dovrebbe attaccare stipendi e pensioni d’oro, rendita e patrimoni milionari. Inutile girarci attorno. Senza il buon esempio, non è onesto pretendere sacrifici. E finiamola con le strumentalizzazioni dei cattolici impegnati in politica. L’Ici sul patrimonio immobiliare della Chiesa è una misura di equità, non di ostilità. Specialmente in questo frangente.
Sacrifici, sacrifici, sacrifici. Dal 1992 in poi, gli italiani hanno ampiamente dimostrato di possedere uno spirito squadra formidabile. Testa bassa e pedalare, quando c’è da raggiungere un obiettivo. Però diventa complicato continuare a chiederne, se non servono a innescare processi virtuosi. Se non creano sviluppo e lavoro per i giovani. Una perplessità avanzata anche dal direttore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che ha definito la manovra necessaria e urgente, ma recessiva, priva di misure per la crescita. Guardando alla Calabria, la “razionalizzazione” del servizio decisa da Trenitalia e Alitalia (soppressione di 20 tratte e di 52 voli) non è un segnale incoraggiante, alla vigilia dell’annuncio delle misure per il Sud. Non si capisce proprio come si possa produrre sviluppo isolando un’intera regione dal resto del Paese.

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2 risposte a “L’Italia, Monti e l’ombrello di Altan”

  1. Più che un'impressione,caro Dome, è una certezza: a pagare sono sempre i soliti mentre sempre i soliti la passano liscia.Non c'era bisogno di un governo tecnico per imbastire questa manovra,bastavano quelli di prima.L'unico dato confortante è quello relativo ai tagli alla casta:si sono ridotti il numero dei Monti,siamo passati da Tremonti al Monti unico.Un pò poco direi.A quando la piazza e la rivoluzione?

  2. Io ero tra quelli che dicevano: "lasciamolo fare e giudichiamo appena ci sarà qualcosa di concreto"… Bene, direi che adesso ha fatto abbastanza, anche troppo. Ha ragione Blackswan: una manovra del genere avrebbero potuto farla anche quelli di prima. E' tutto così frustrante. Prima del governo tecnico ci si sentiva come tenuti sott'acqua con una mano sulla testa. Il governo Monti è stato una boccata d'aria prima di essere nuovamente spinti sotto. Stavolta fino ad annegare?
    Penso che adesso si dovrebbe fare qualcosa di serio… Non basta gridare "Mala tempora…!", dobbiamo reagire davvero. Altrimenti "in questo benedetto assurdo Bel Paese" saranno sempre i soliti a pagare (in tutti i sensi) perché "se ti fa pecura u lupu ti mangia".

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