Addio a Tina, la mia amica lontana

Con Tina (Fortunata) Ciccone Sturdevant ci siamo conosciuti su Facebook nel 2016. Grazie allo strumento della condivisione dei post era finita sul mio blog, interessata com’era a tutto ciò che riguardava la storia di Sant’Eufemia, dov’era nata nel 1931 e da dove era partita nel 1950 insieme alla mamma per raggiungere negli Stati Uniti il padre, due fratelli e una sorella. Successivamente sposò Ernest Sturdevant e diede alla luce quattro figli: Gary, Donna, Lisa e Linda. Era ritornata a Sant’Eufemia nel 1970 e aveva recuperato per caso, in fondo ad un baule, lo straordinario racconto del padre Giuseppe sull’esperienza vissuta nella Prima guerra mondiale. Il testo, in inglese con a fronte le pagine originali del diario-poema scritte in un calabrese-italiano stentato, è stato pubblicato grazie anche alla preziosa collaborazione dell’adorato nipote Richard Ciccone, professore di Psichiatria presso l’Università di Rochester. Through the circles of hell: a soldier’s saga. Giuseppe Ciccone – questo il titolo – è l’unica testimonianza diretta di un fante eufemiese sulla carneficina delle trincee del Carso.
Ho avuto il privilegio di recensire il libro per “Il Quotidiano del Sud” e di consegnarne una copia all’Archivio di Stato di Reggio Calabria e alla biblioteca comunale di Sant’Eufemia. Recensione in seguito pubblicata nel mio Sant’Eufemia d’Aspromonte e la Grande guerra.
Stamattina ho saputo che Tina ci ha lasciati tre giorni fa. Ci eravamo scritti l’ultima volta per gli auguri di Pasqua, chiudendo entrambi l’email con la nostra consueta formula “your long distant friend”.
In questi otto anni siamo rimasti sempre in contatto: all’inizio utilizzavamo entrambi l’inglese, poi qualche volta io l’italiano e lei l’inglese, infine entrambi l’italiano. Lingua che, mi ripeteva spesso, aveva sepolto insieme a radici e ricordi: «Ero diventata più americana che italiana». Me ne parlava spesso nelle email e nelle lettere da Silver Spring (Maryland), nonna e bisnonna felice che “al tramonto della vita” (altra frase che utilizzava di frequente), era riuscita a fare in qualche modo pace con un passato più o meno volontariamente dimenticato.
Con il nipote Richard aveva anche tradotto in inglese e pubblicato la Breve monografia su Sant’Eufemia d’Aspromonte di Vincenzo Tripodi e, infine, aveva approfittato della clausura del Covid nel biennio 2020-2021 per ordinare i suoi ricordi nel prezioso Once upon a time in Calabria: stories of Sant’Eufemia, uno spaccato su personaggi e consuetudini degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso a Sant’Eufemia d’Aspromonte: «Appena ho appoggiato le dita sui tasti del computer, le storie si sono scritte da sole. Tutte le memorie, nomi e luoghi – mi scrisse – sono ritornati in modo straordinario».
Tina era curiosa di sapere come il paese era cambiato. Apprezzava le attività di volontariato dell’Agape e si entusiasmava per i giovani che si spendono per fare crescere Sant’Eufemia. Da Oltreoceano mi è stata accanto quando mi candidai nelle elezioni comunali e nei sette mesi bui del 2020. Leggevo con piacere le sue email, le sue domande, le sue considerazioni, i suoi progetti. Pensava al futuro con una grande energia vitale, preoccupata non per sé ma per i giovani. Non temeva la morte perché – diceva – aveva avuto una vita piena di soddisfazioni e di affetto. Era in pace. Mi mancherà.

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