Pino Fedele, da oltre sessant’anni la voce di Sant’Eufemia per la “Gazzetta del Sud”

Era il 20 aprile 1966 e un tiepido sole accoglieva il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat nel secondo dei quattro giorni di visita ufficiale in Calabria, presso il Mausoleo garibaldino. Con lui, anche l’allora vicepresidente della Camera dei deputati e futuro inquilino del Colle, Sandro Pertini. Un fiume di persone si radunò nel bosco in cui l’eroe dei due mondi era stato ferito più di un secolo prima: in testa, il sindaco Diego Fedele, da un mese sindaco e al primo dei tre mandati al timone dell’amministrazione comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte (i primi due consecutivi, dal 31 marzo 1966 al 5 febbraio 1976; il terzo, dal 2 dicembre 1981 al 29 maggio 1985).
Una fotografia di quella memorabile giornata ritrae accanto a Saragat e a Fedele un giovane cronista, di lì a poco vincitore del Premio “Petronio”, assegnato all’uomo più elegante nel corso dell’annuale festa che l’Associazione dei sarti organizzava in piazza Municipio. Al tempo Pino Fedele, storico corrispondente da Sant’Eufemia, già da diversi anni collaborava con la “Gazzetta del Sud”, giornale per il quale continua a scrivere, con la sua proverbiale scrupolosità, anche oggi che – da pochi mesi – ha scollinato gli ottanta.
E pensare che aveva iniziato per caso. Era ancora uno studente quando un suo professore, collaboratore della “Gazzetta” come cronista sportivo, gli chiese di sostituirlo dopo il litigio avuto con l’allenatore della squadra di calcio del paese. Per qualche anno l’insegnante firmò così gli articoli scritti da Pino Fedele, il quale in seguito ottenne dal giornale l’incarico ufficiale. Quasi contemporaneamente assunse anche l’incarico di corrispondente per il quotidiano nazionale “Il Tempo”, che dedicava alcune pagine proprio alla cronaca dalla Calabria.
Più di sessant’anni di parole dettate alla redazione (quando gli articoli venivano trasmessi telefonicamente), di ticchettio dei tasti della macchina da scrivere per la stesura del pezzo da inviare con il fax, di file word da inoltrare in allegato via mail.
Il lavoro del corrispondente locale è preziosissimo per la comunità. Lo era senza dubbio in misura maggiore nel passato, quando – prima dell’avvento dei social e dei giornali online – era il mezzo che consentiva ai piccoli comuni di uscire fuori dai propri angusti confini, offrendo una ribalta più vasta. Per questo, l’autore degli articoli godeva di una certa autorevolezza. Finire sul quotidiano dava prestigio a fatti e persone: iniziative politiche, attività delle associazioni, eventi e protagonisti della vita locale. «L’ho letto sulla Gazzetta» era il timbro che conferiva rilevanza a ciò che avveniva in posti sperduti.
A Pino Fedele va riconosciuto il merito di svolgere da oltre sei decenni una funzione sociale rilevantissima con i suoi pezzi di cronaca, i suoi resoconti, le sue segnalazioni: «I miei articoli – dichiara – sono sempre frutto delle mie conoscenze dirette, delle mie percezioni personali e del convincimento che sta alla base di ciò che scrivo, al di là di ogni possibile condizionamento. La finalità è portare a conoscenza di quanti mi leggono le novità e le positività qualificanti che affiorano nell’ambito paesano e nei dintorni».
Prima di andare in pensione conciliava l’attività di giornalista (per molti anni è stato anche capo redattore della rivista “Incontri”, edita dall’Associazione culturale Sant’Ambrogio) con l’impiego presso l’Ufficio agricolo di zona, oltre che con altri impegni. Fondatore e presidente dello Sci Club di Sant’Eufemia all’inizio degli anni ’90, nel 1997 socio fondatore e a lungo segretario della Pro Loco, è tutt’ora delegato di zona dell’AIL e presidente della sezione eufemiese dell’ADSPEM. Uomo di grande fede, dalla metà degli anni Sessanta occupa con tenacia il suo posto di portatore della statua dell’Addolorata nella tradizionale Processione dei Misteri e, tra gli incontri più significativi della sua vita, conserva quello con Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione di Padre Annibale di Francia, che a Sant’Eufemia lasciò tracce del suo apostolato con la fondazione, nel 1915, dell’Istituto antoniano delle Figlie del Divino Zelo.
Frugando nel cassetto dei ricordi, mi rivedo venticinquenne a bordo della sua mitica Ford Escort azzurra, destinazione Delianuova, dove entrambi (io per “Il Quotidiano della Calabria”, lui per la “Gazzetta del Sud”) seguivamo la Deliese negli anni d’oro della permanenza in Eccellenza e in Serie D.
Credo che uno dei segreti della sua curiosità intellettuale e della sua perseveranza sia l’applicazione quasi ossessiva nella risoluzione di cruciverba e sudoku, suo vero grande hobby. Per questo l’augurio è che possa continuare ancora a lungo ad incrociare parole e numeri.

*Foto: collezione privata di Rosa Fedele

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