Pacifismo e putinismo

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Ho la spiacevole sensazione che dietro molti pacifisti di facciata in realtà si nasconda una inconfessabile simpatia per un autocrate come Putin. Perché è antiamericano, perché le canta a questa Europa che non ci piace. Il fondamentalismo ideologico è il più potente tra gli oppiacei.
Passano così in secondo piano le sofferenze di un popolo in fuga. Ci sono già, a parte le vittime, 2 milioni e mezzo di profughi. Alla gente con il culo al caldo, in fondo, interessa solo non perdere nessuno dei privilegi dei quali gode la società occidentale, quella stessa società che possono criticare perché hanno la fortuna di viverci. In Russia non gli sarebbe consentito farlo, per dire. Privilegi che vedono minacciati da una eventuale estensione del conflitto. Interessa che il prezzo del gas non aumenti ancora, che nei nostri negozi continui ad arrivare il pellet, la pasta, la farina. Interessa continuare a fare lezioni su qualsiasi questione, “approfondita” leggendo il post di miocuggino, spaparanzati sul divano di casa con lo smartphone in mano. Ma di questi 2 milioni e mezzo di profughi ne vogliamo parlare?
Intellettuali di vaglia, argomentando il proprio pacifismo non ne fanno cenno. Davvero siamo tutti numerini senza valore? Un cinismo deludente per me che sento di avere affinità con quel mondo. Perché, diciamoci la verità, ovvia ma che purtroppo va ribadita in questo impazzimento generale: non vogliamo la guerra. A me non piace Zelensky e non piace Putin. Ma ho chiaro in testa chi ha aggredito e chi è stato aggredito. Non mi pare che ci siano russi costretti a scappare, che hanno avuto le case distrutte e il cui Paese è stato attaccato nei principi fondamentali della democrazia: libertà, indipendenza, autodeterminazione dei popoli.
È compito della diplomazia risolvere la crisi, ma nel frattempo che facciamo? Lasciamo massacrare un popolo? Questa, per me, è la questione vera. Non credo che se una sorte del genere fosse toccata a noi avremmo accolto l’invasore stendendo al suo passaggio un tappeto di petali di rose. O almeno me lo auguro.

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