Per un cimitero accessibile

Le fotografie che vedete mostrano i punti di ingresso al campo inferiore del cimitero comunale. Immaginate ora di essere su di una sedia a rotelle, o di avere comunque difficoltà nella deambulazione. Ad esempio, di essere affetti da artrosi, la patologia del ginocchio più diffusa tra gli anziani, invalidante per effetto della progressiva usura della cartilagine dell’articolazione. A coloro che si trovano in queste condizioni e hanno dei congiunti sepolti nell’area raggiungibile solo scendendo per quelle scale, di fatto, l’accesso risulta impossibile. Il problema riguarda più persone di quanto si possa immaginare.
La commemorazione dei defunti può diventare occasione propizia per discutere di una questione vissuta con sofferenza dai tanti che, anche nel resto dell’anno, vorrebbero recarsi nel cimitero per portare un fiore, un lumino, per recitare una preghiera sulla tomba dei propri cari.
In via informale ho talvolta affrontato l’argomento con qualche amministratore comunale e sinceramente confidavo in una sensibilità che andasse oltre la semplice constatazione dell’esistenza della criticità. Eppure, i cimiteri sono strutture comunali obbligatorie e luoghi pubblici che dovrebbero garantire l’accessibilità anche a coloro le cui capacità motorie sono ridotte o nulle.
Affinché il diritto alla mobilità sia reso effettivo, occorrerebbe pertanto eliminare le barriere architettoniche mediante la realizzazione di rampe dotate di corrimano, oppure con l’installazione di un ascensore o di un montascale, in modo da garantire il collegamento tra la zona alta e quella bassa del cimitero. D’altronde, esistono fondi riservati proprio agli interventi necessari per assicurare alle persone con problemi di deambulazione l’accessibilità a strutture pubbliche e private.
Le amministrazioni comunali spesso sottovalutano l’impatto positivo che possono avere sulla qualità della vita di una comunità opere neanche tanto costose, ma certamente molto più utili di molte cattedrali nel deserto, delle quali il cittadino non riesce a cogliere l’utilità. La vicinanza ai bisogni della collettività passa dalla soddisfazione di esigenze elementari.

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