Terza stazione

Foto tratta dal profilo Facebook della Parrocchia di Sant’Eufemia

Nella emozionante e molto partecipata Via Crucis cittadina di ieri sera, guidata dal parroco di Sant’Eufemia don Marco Larosa e animata da gruppi, associazioni, scuole e amministrazione comunale, all’Agape è stata affidata la meditazione sulla terza stazione (“Gesù cade per la prima volta”):

«Perché è capitato proprio a me?». Quante volte ci siamo posti questa domanda di fronte a un dramma che sconvolge le nostre esistenze o quella di persone a noi care? Ingiustizia, malattie, morti improvvise o al termine di lunghe sofferenze che non riusciamo a spiegare, né ad accettare. Eventi scandalosi, ma è proprio dallo scandalo delle nostre coscienze che dobbiamo partire. Dallo scandalo nell’accezione biblica di “inciampo”: ostacolo che costringe a soffermarsi e a riflettere. Come ci accade di fronte a Gesù piegato sotto il peso della croce. Gesù non dovrebbe cadere, perché Egli è Dio. Eppure Gesù cade, Egli si abbassa al nostro livello di comuni mortali e nel cadere ci indica la Via.
Don Tonino Bello ci ha insegnato che le ferite sono un’occasione speciale nella vita di ciascuno di noi, se siamo capaci di trasformarle in feritoie attraverso le quali farvi passare la luce della rinascita, la luce che ci rimetterà in piedi. La Luce di Dio.
Per amore Gesù si fa uomo e assume su di sé i peccati dell’uomo, rappresentati dalla croce che lo schiaccia a terra: sfinito, flagellato, sputato e deriso. Una volta caduto, si rialza e riprende il cammino verso il Calvario. Il suo messaggio è: «Rialzatevi e continuate a camminare».
Ogni volta che cadiamo, ogni volta che ci sentiamo umiliati, ogni volta che non vediamo via d’uscita, rialziamoci e continuiamo a camminare: confidiamo nella Sua guida per trovare la forza necessaria ad andare avanti.
Se crediamo in Lui, sopporteremo il peso delle avversità e delle ingiustizie disseminate lungo il cammino che conduce alla Verità. Se ci affidiamo alla Sua Parola, troveremo conforto e pace.

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La Pasqua di solidarietà dell’Agape

Con la “Via Crucis del malato” svolta all’interno della Residenza sanitaria per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina” è iniziata ieri la “Pasqua di solidarietà” dell’Agape. Guidati dal parroco don Marco Larosa, i volontari dell’associazione, le operatrici della struttura con la direttrice Rossana Panarello e le cantanti del coro “Cosma Passalacqua”, dirette da Angela Luppino, hanno ripercorso le tappe della Passione di Gesù. Di stazione in stazione, la presidente dell’associazione Iole Luppino ha portato la croce, soffermandosi sui “quadri” retti dagli ospiti della struttura, sistemati attorno al grande tavolo circolare della sala ricreativa. Molto emozionante è stata l’esecuzione finale da parte del coro di “Stava Maria dolente”, il celebre e straziante canto delle Marie che caratterizza a Sant’Eufemia la Processione dei Misteri.
Al termine del rito religioso, la presidente dell’Agape ha consegnato alla direttrice della struttura un caratteristico crocifisso della Via Crucis, sul quale sono disposte le 14 stazioni e – al centro – Gesù Risorto, simbolo del trionfo della vita sulla morte.
Nel corso della Settimana Santa i volontari consegneranno le uova di Pasqua ai ragazzi che generalmente partecipano alla colonia estiva organizzata dall’associazione, mentre domani, insieme alle altre realtà associative cittadine, l’Agape – alla quale è stata assegnata la meditazione sulla terza stazione – parteciperà alla Via Crucis parrocchiale che si snoda lungo le strade del paese.

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Giornata mondiale del malato

La Giornata mondiale del malato, giunta alla trentunesima edizione, è tra le iniziative “storiche” dell’Associazione di volontariato cristiano “Agape”. Come ormai da tradizione ogni 11 febbraio, anche quest’anno i volontari si sono recati presso la struttura residenziale per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina”, accompagnati dal parroco don Marco Larosa, il quale ha condotto la recita del Santo Rosario e impartito agli ospiti della struttura il sacramento dell’Unzione degli infermi.
Tema della trentunesima Giornata del malato è stata “la compassione come esercizio sinodale di guarigione”. Nel suo messaggio Papa Francesco ha sottolineato che «non siamo mai pronti per la malattia. E spesso nemmeno per ammettere l’avanzare dell’età. Temiamo la vulnerabilità e la pervasiva cultura del mercato ci spinge a negarla. Per la fragilità non c’è spazio. E così il male, quando irrompe e ci assale, ci lascia a terra tramortiti. Può accadere, allora, che gli altri ci abbandonino, o che paia a noi di doverli abbandonare, per non sentirci un peso nei loro confronti. Così inizia la solitudine, e ci avvelena il senso amaro di un’ingiustizia per cui sembra chiudersi anche il Cielo. […] Tutti siamo fragili e vulnerabili; tutti abbiamo bisogno di quell’attenzione compassionevole che sa fermarsi, avvicinarsi, curare e sollevare. La condizione degli infermi è quindi un appello che interrompe l’indifferenza e frena il passo di chi avanza come se non avesse sorelle e fratelli».
Fermarsi, avvicinarsi, curare e sollevare. Come il Samaritano che raccoglie per strada un uomo mezzo morto e, dopo avergli prestato le prime cure, lo porta in una locanda e lo affida all’albergatore raccomandandogli: «Abbi cura di lui».
La presidente dell’Agape, Iole Luppino, ha consegnato il dono dell’associazione alla struttura, un’aureola luminosa per la statua della Madonna di Lourdes, e la “Pergamena di Solidarietà” al Coro parrocchiale “cAntonella gioia”, che ha partecipato all’iniziativa accompagnando con canti religiosi la recita del Rosario.
Alle 18:00, presso la chiesa di Sant’Eufemia, don Marco ha infine celebrato la Santa Messa, dedicata dall’Agape ai volontari defunti, nel corso della quale è stata recitata la preghiera predisposta dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute:
«Padre santo, nella nostra fragilità ci fai dono della tua misericordia: perdona i nostri peccati e aumenta la nostra fede.
Signore Gesù, che conosci il dolore e la sofferenza: accompagna la nostra esperienza di malattia e aiutaci a servirti in coloro che sono nella prova.
Spirito consolatore, che bagni ciò che è arido e sani ciò che sanguina: converti il nostro cuore perché sappiamo riconoscere i tuoi prodigi.
Maria, donna del silenzio e della presenza: sostieni le nostre fatiche e donaci di essere testimoni credibili di Cristo Risorto».

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La tombolata dell’Agape

Sant’Eufemia d’Aspromonte si conferma, ancora una volta, una comunità generosa. Ne abbiamo avuta l’ennesima dimostrazione ieri sera, in occasione della tombolata del “Natale di solidarietà” dell’Agape presso la sala ricevimenti “Il Cagnolino”, che ha registrato un’adesione straordinaria. Circa trecento sono stati infatti i partecipanti alla tradizionale iniziativa di beneficenza con la quale l’Agape raccoglie fondi che poi utilizza per il finanziamento delle proprie attività.
Mi ha fatto molto piacere la presenza massiccia dell’associazionismo eufemiese, che per me rappresenta da sempre il fiore all’occhiello del nostro territorio, così come quella delle istituzioni civili e religiose, a partire dal sindaco Pietro Violi e dal parroco don Marco Larosa. Segnale evidente della necessità di fare aggregazione, nonostante questi nostri tempi ci spingano all’isolamento. Sta alle istituzioni e alle associazioni, in sinergia e con spirito propositivo, cogliere e sviluppare occasioni di crescita collettiva.
Uno sforzo organizzativo di così vasta portata sarebbe stato insostenibile senza il contributo dei ragazzi del locale liceo scientifico, non nuovi alla partecipazione ad iniziative di solidarietà e che proprio di recente si sono occupati della distribuzione delle stelle di Natale dell’Ail nelle piazze del paese. A loro va il nostro più sentito ringraziamento, accompagnato dall’auspicio che possano abbracciare con sempre maggiore convinzione i valori del volontariato. Un altro doveroso grazie va rivolto ai tanti, cittadini privati e titolari di attività commerciali che hanno generosamente offerto i premi e preparato i dolci.
Siamo consapevoli che non ci si salva da soli, occorre fare squadra. Con questo spirito l’Agape, per mano della presidente Iole Luppino, ha omaggiato il Maestro Angela Luppino con la “pergamena della solidarietà” per il Concerto di Natale tenuto dal coro polifonico parrocchiale “Cosma Passalacqua” presso la RSA “Antonino Messina”, in occasione della consegna dei doni di Natale agli ospiti della struttura per anziani.
Grazie a tutti.

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La “Via Crucis del malato” con l’Agape

La “Via Crucis del malato” rientra tra le iniziative più consolidate dell’Associazione di volontariato cristiano “Agape” di Sant’Eufemia, in virtù della storica collaborazione con la Residenza sanitaria per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina”. Ogni anno suscita profonda emozione rinnovare il rito religioso insieme a chi affronta l’ultimo tratto di vita con le spalle gravate dal peso della propria croce.
Guidati dal parroco don Marco, volontari, anziani e operatori sanitari hanno così ripercorso le stazioni della Passione di Cristo: «Signore – recitava la preghiera introduttiva – voglio rifare con Te la strada della Croce. La tua sofferenza porti un po’ di luce al mio dolore. La forza e il coraggio con i quali hai affrontato la morte diventino la mia forza e il mio coraggio, affinché meno pesante mi sia il cammino della vita».

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La raccolta di aiuti dell’Agape per il popolo ucraino

È partito ieri da Sant’Eufemia d’Aspromonte il secondo carico di aiuti che il Consolato ucraino di Napoli consegnerà alla popolazione martoriata dalla guerra in Ucraina e nei campi profughi. In totale sono stati confezionati circa 150 scatoloni di alimenti, generi di prima necessità, farmaci e prodotti medicali, indumenti, coperte.
Merito soprattutto di una comunità che, come sempre, si è dimostrata generosa e solidale nei confronti di chi soffre. Ogni altra considerazione perde importanza davanti alle immagini della morte e della distruzione, al pianto dei bambini, al dolore delle madri e degli anziani, al contorno sfocato del futuro di chi ha deciso di rimanere per combattere. C’è un popolo di disperati, in fuga dalle proprie case, che non esistono più. Basta osservare questo strazio per comprendere che ognuno di noi è chiamato ad aggiungere la propria goccia al mare della solidarietà registrata un po’ ovunque in questi giorni. Per questo oggi ci sentiamo tutti ucraini.
Molti negozianti di Sant’Eufemia hanno accettato di sistemare all’interno della propria attività commerciale i carrelli della solidarietà, impegnandosi al massimo per la buona riuscita dell’iniziativa. Ed è stato commovente osservare la cura con la quale, alcuni di loro, hanno addirittura selezionato per categoria e sistemato dentro gli scatoloni i prodotti acquistati dai clienti, semplificando così il lavoro dei volontari dell’associazione.
Una menzione speciale spetta infine al Centro per l’infanzia “Padre Annibale”, che ha messo a disposizione dell’Agape i locali della struttura, senza dei quali sarebbe stata impossibile una raccolta su vasta scala.
Grazie a tutti

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Giornata del malato 2022

La Giornata mondiale del malato, della quale quest’anno ricorre il trentennale (fu istituita da Giovanni Paolo II nel 1992), è tra le iniziative più significative dell’Associazione di volontariato cristiano “Agape”.
Come ogni 11 febbraio, anche quest’anno i volontari si sono recati presso la struttura residenziale per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina”. Non è stata la consueta visita, perché le precauzioni in tempo di pandemia non sono mai troppe. Insieme al parroco don Marco Larosa abbiamo comunque voluto fare sentire la nostra vicinanza agli ospiti e agli operatori della struttura, per cui ci siamo limitati ad un veloce saluto dalla soglia e alla consegna di un crocifisso da parte della presidentessa Iole Luppino, dopo una Decina del Rosario che abbiamo recitato all’esterno della struttura.
Tema della trentesima Giornata è la misericordia («Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso»): nel suo messaggio, Papa Francesco ricorda che «La misericordia è per eccellenza il nome di Dio, che esprime la sua natura non alla maniera di un sentimento occasionale, ma come forza presente in tutto ciò che Egli opera. È forza e tenerezza insieme».
La pandemia ha accresciuto la solitudine di tutti, provocando sofferenza soprattutto agli anziani ammalati, ai quali è mancato anche il conforto delle visite, di una chiacchierata, di un momento di distrazione. «Il malato – osserva il Pontefice – è sempre più importante della sua malattia, e per questo ogni approccio terapeutico non può prescindere dall’ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie, delle sue paure. Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia».
Anche a noi volontari mancano questi momenti e ci auguriamo che, presto, possiamo ritornare alla normalità delle visite e degli incontri.


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Al mare con l’Agape

Illustrazione realizzata da: Officina Grafica Gracy

Un modo per riprendere un discorso interrotto. La necessità di stare nuovamente insieme, per tentare di superare un anno e mezzo difficile, pesante. Certamente più pesante per chi non ha molte occasioni di svago e spende gran parte del tempo tra le mura di casa.
Dopo lo stop forzato dell’estate scorsa, è stato emozionante lasciarsi contagiare dall’allegria di sette tra i ragazzi che da oltre 20 anni l’Associazione di volontariato cristiano “Agape” di Sant’Eufemia d’Aspromonte accompagna al mare.
«Mi siete mancati». Be’, ci sei mancata anche tu. Ci siete mancati voi, con le vostre canzoni, i vostri abbracci, il vostro affetto rigenerante. La settimana trascorsa sotto gli ombrelloni del Lido Nausicaa Beach di Favazzina ha impegnato undici volontari dell’associazione, quattro dei quali non vivono più a Sant’Eufemia. C’è della magia nel filo della solidarietà che annoda queste vite. Che spinge chi è emigrato a far coincidere la data delle ferie con la colonia dell’Agape, per poter dare una mano.
L’orologio del tempo torna indietro, a quando tutto è iniziato. Lo spirito rimane quello, animato dal desiderio di fare qualcosa di utile per i soggetti più fragili della nostra comunità.
Niente di straordinario. Ma oggi, evidenziava Lucio Dalla, l’impresa eccezionale è essere normale. Ciò che può sembrare banale, non lo è affatto. Acqua, salsedine e sole sulla pelle. Un gelato. Una canzone intonata o stonata (chissenefrega) insieme. Ballare con la sabbia che punge i piedi.
La colonia è una bolla di felicità che conosciamo bene e che, sì, l’anno scorso è mancata a tutti.
Bisognava ripartire. Per chi ha avuto il covid e ci ha fatto spaventare, per chi si è ritrovata senza mamma, per l’Agape che tra qualche mese festeggerà i suoi trent’anni di attività, per noi stessi. Eccoci.
Nelle estati passate la signora Angiolina, la nonnina di tutti, attendeva il passaggio del pulmino per rivolgere il suo consueto augurio ai volontari: «Sempre avanti!». Ci piace pensare che l’abbia fatto anche quest’anno, da lassù.

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Il volontariato al tempo del Covid

Tutto
è nato per caso, sulla chat Whatsapp dei volontari dell’Agape. Ci siamo detti:
«Perché non facciamo una videochiamata collettiva, una sorta di riunione
dell’associazione “da remoto”? Giusto per vedersi, per come è possibile con
l’emergenza sanitaria che ha cambiato molte nostre abitudini, anche le modalità
dello stare insieme. 

Dal piacere di ritrovarsi al lancio dell’idea è stato
un attimo: «Perché non utilizzare le potenzialità della tecnologia per
continuare le nostre attività?». E così, in questo fine settimana, siamo
ripartiti. Non possiamo fare molto, ma fare qualcosa può essere davvero tanto
per chi, in fondo, ha principalmente bisogno di compagnia e di calore. Alcuni
di noi hanno partecipato ad una videochiamata con gli anziani della RSA “Mons.
Prof. Antonino Messina”, grazie alla disponibilità della direttrice Rossana Panarello e, in
questo primo collegamento, di Michela Carbone che ha fatto da tramite tra i
volontari e gli anziani: qualche scambio di battute, domande, sorrisi.
Un’esperienza ripetuta oggi con una tra i ragazzi speciali che in estate
partecipano alla colonia estiva e che a turno coinvolgerà anche gli altri.
Anche in questo caso, molta sorpresa e tanta gioia sul display a mosaico. 

Non
bisogna arrendersi, neanche al lockdown. Per questo siamo decisi ad “esserci”
nella nostra comunità, come ci siamo dal 1991: il prossimo, sarà l’anno del
trentennale e va festeggiato! A dicembre non potremo mettere in campo le
consuete iniziative del “Natale di solidarietà”, ma nel nostro piccolo
cercheremo di stare vicino a chi non desidera altro che una carezza, seppure
virtuale. Piccoli gesti, sulla scia delle parole di Teresa Sarti, cofondatrice
di Emergency, che spiegano il senso delle attività di volontariato: «Se
ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello
senza neanche accorgercene».
   

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Giornata mondiale del malato

Dal 1992, quando fu istituita da Papa Giovanni Paolo II, l’11 febbraio ricorre la Giornata mondiale del malato. Il tema di questa XXVIII edizione è tutto nelle parole del Vangelo di Matteo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». Papa Francesco ha invocato occhi che vedano l’umanità ferita perché capaci di guardare in profondità, occhi che “non corrono indifferenti, ma si fermano e accolgono tutto l’uomo, ogni uomo nella sua condizione di salute, senza scartare nessuno, invitando ciascuno ad entrare nella sua vita per fare esperienza di tenerezza”. Spesso sappiamo tutto di quello che succede nel mondo, ma non ci accorgiamo della sofferenza del nostro vicino di casa. E di sofferenza ce n’è tanta: basta entrare nelle case, soffermarsi, non passare oltre; lottare contro uno dei mali più gravi di questi nostri tempi: l’indifferenza.
La Giornata del malato è tra le iniziative più significative che l’Associazione di volontariato cristiano “Agape” celebra ogni anno, articolandola in tre momenti. Durante la mattina sono state effettuate le visite domiciliari agli ammalati e la consegna di una statuetta della Madonna di Lourdes. Il pomeriggio è stato invece dedicato alla preghiera, sotto la guida del parroco don Marco Larosa. Presso la struttura residenziale per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina” (alla quale l’Associazione ha donato un rosario), don Marco ha condotto la recita del Santo Rosario e impartito il sacramento dell’unzione degli infermi, alla presenza della statua della Madonna di Lourdes, portata all’interno della RSA dai volontari dell’Agape. Infine, la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Sant’Eufemia, conclusa con la “Preghiera per la XXVIII Giornata Mondiale del Malato”, nel corso della quale il presidente dell’Agape Iole Luppino ha ricordato i volontari dell’Associazione che non sono più tra di noi: «Signore, noi volontari Ti ringraziamo per quello che Anna, Adelina, Antonella e Marco ci hanno dato e insegnato in tanti anni di amicizia e di condivisione. Ti chiediamo che dal tuo Paradiso essi possano vegliare sulle loro famiglie e sull’Agape, di rafforzare in ogni volontario il desiderio di impegnarsi per gli altri e di risvegliare nei giovani il desiderio di scoprire la bellezza del donarsi».

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