361 volte grazie

Il dato più rilevante è quello dell’astensionismo: a Sant’Eufemia si sono recati alle urne 1.083 elettori, pari al 28,75% degli aventi diritto. Quasi il 9% in meno rispetto alle Europee del 2009 e 73 elettori in meno rispetto all’ultima consultazione, quella relativa alle Politiche del 2013, competizione però storicamente più “sentita” dall’elettorato e quindi più partecipata. La percentuale di affluenza è di molto al di sotto del dato nazionale (58,69%), a sua volta inferiore di otto punti rispetto a quella delle Europee del 2009, che si svolsero però in due giorni. Sarà compito degli analisti spiegare la montante disaffezione nei confronti della politica, chi osserva il responso nudo e crudo deve invece concentrarsi sui risvolti politici immediati. Su chi vince e su chi perde, perché alla fine chi ha partecipato ha deciso per tutti. È la politica, bellezza.

In sintesi ha vinto Renzi, ha perso Grillo. Ha vinto il desiderio di “normalità” contro la guerra continua, gli slogan truculenti, la paura e il terrore mediatico. Ha vinto il senso di responsabilità del Partito Democratico e lo spirito riformista dell’azione di governo, con tutti i limiti e le difficoltà che non si vogliono certo nascondere. Secondo questa lettura, tutto il resto scompare, o comunque assume poca rilevanza. A livello nazionale e a livello locale.
Laddove sei mesi fa esistevano soltanto macerie in otto abbiamo “aperto” (non “fisicamente”, purtroppo) il circolo Pd “Sandro Pertini”. Alla prima importante scadenza elettorale siamo risultati il primo partito con 361 voti (36,06%), davanti a Nuovo Centro Destra (272), Forza Italia (181), Movimento Cinque Stelle (96), Fratelli d’Italia (26), Verdi (21), Tsipras (17), Italia dei Valori (12), Lega (6), Scelta Europea (5), Maie (4). I due candidati che sostenevamo sono stati entrambi eletti: Elena Gentile, primatista a Sant’Eufemia con 220 preferenze, e Gianni Pittella (177).

Un risultato che ci riempie di orgoglio e che consideriamo un buon punto di partenza per l’azione che andremo a sviluppare in futuro, in piena autonomia e con spirito costruttivo. Il tesseramento per il 2014 sarà l’occasione per verificare su quali forze potremo realmente contare, anche sotto il profilo pratico dell’organizzazione. E poi il problema più grande, quello della sede, un punto di riferimento indispensabile soprattutto per i giovani che ci hanno sostenuto in questa campagna elettorale, sui quali puntiamo per continuare a crescere e diventare sempre più protagonisti. Perché un partito ha senso se è al servizio della collettività, non se si riduce a comitato elettorale da mobilitare nelle vicinanze di ogni appuntamento con il voto.
Conserverò per sempre tra i ricordi più cari la stretta di mano ricevuta da un militante storico (classe 1928) del vecchio Pci che ci ha fatto i complimenti e ci ha esortato a continuare su questa strada.

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Il pasticciaccio di Scilla

Forse si sarebbe usciti alla prossima partita, poteva starci contro la seconda forza del campionato. Anzi, no: si sarebbe usciti sicuro. Mettiamola così. Ma il gioco è questo: una squadra vince e l’altra perde. Gli sconfitti fanno i complimenti ai vincitori. Applausi. Invece sembra essere andata diversamente. Perché le squadre erano tre e due “puzzerebbero” di biscotto bruciato, preparato per impedire al Sant’Eufemia di accedere ai play-off di Terza categoria. Terza categoria, ripetiamolo per dare la misura delle cose. Che è quella dei campi polverosi della provincia.

La versione ufficiale parla di una svista. Non se ne sono accorti di essere scesi in campo con un fuoriquota in meno, perché un caso di omonimia avrebbe fatto schierare il giocatore sbagliato. Ma la Scillese, assicurano, la partita contro il Real Messignadi l’ha giocata sul serio, tanto da avere chiuso la pratica con un tennistico 6-2. Il sospetto però è che sia stato tutto architettato per poter comunque festeggiare con una vittoria davanti ai propri tifosi la conquista del campionato. Oltretutto, una sconfitta casalinga avrebbe destato comprensibili sospetti.

Neanche l’arbitro ha notato il pasticciaccio. Quelli del Messignadi invece sì. Scafatissimi: ricorso e vittoria a tavolino. E per il Sant’Eufemia addio al sogno play-off. Nonostante il successivo reclamo della Scillese, che addebita all’arbitro la responsabilità per avere effettuato il riconoscimento dei giocatori soltanto durante l’intervallo.

Il giudice sportivo non l’ha scritto, ma il senso del rigetto del reclamo è impietoso: la toppa è peggio del buco, perché in questi casi la società è responsabile. D’altronde, chi compila materialmente la distinta ha un solo compito: verificare il rispetto delle regole sui fuoriquota.

Una vicenda che lascia l’amaro in bocca, nonostante la signorilità di Peppe Napoli, 35 anni da dirigente che andrebbero meglio rispettati, per tutto quello che rappresenta in termini di passione e valori trasmessi alle centinaia e centinaia di ragazzi allevati con l’amore di un padre verso i propri figli. Il presidente del Sant’Eufemia si è infatti limitato ad esprimere, in un comunicato, “disappunto per quanto in buona o cattiva fede accaduto”.

Viene da chiedersi quale sia il senso di un campionato di calcio di Terza categoria, se non quello di creare occasione di aggregazione tra ragazzi che altrimenti avrebbero ben poco da fare in paesi che offrono poco o niente. Perché Terza, Seconda o Prima categoria cambia davvero poco. Finisce tutto, se a questi livelli il risultato viene prima della funzione sociale dello sport. E finisce tutto soprattutto per società come il Sant’Eufemia, autogestite e portate avanti da gente innamorata del calcio come Peppe Napoli e Franco De Luca, un educatore prima ancora che un allenatore, attento agli aspetti della responsabilità e del rispetto più che ai tre punti.

I play-off avrebbero rappresentato, soprattutto per i ragazzi, la meritata ricompensa per i sacrifici di un’intera stagione. Niente di più. “Preferisco perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati”, ma forse non tutti sono d’accordo con Pier Paolo Pasolini.

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Mettiamo il cancro all’angolo

L’Agape di Sant’Eufemia d’Aspromonte raddoppia l’impegno nella raccolta fondi per la ricerca sul cancro. Domenica 11 maggio, in occasione della festa della mamma, i volontari dell’associazione allestiranno infatti due punti di distribuzione, a piazza Matteotti e a piazza Municipio, dove acquistando l’azalea della ricerca dell’Airc si potrà contribuire a “mettere il cancro all’angolo”.

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La primavera di libri dell’Associazione Terzo Millennio

Con l’organizzazione dell’evento “Primavera dei libri 2014” il Terzo Millennio si conferma realtà associativa particolarmente vivace, di certo quella capace di promuovere il maggior numero di manifestazioni a Sant’Eufemia. Le iniziative estive dell’associazione presieduta da Francesco Luppino costituiscono da oltre quindici anni appuntamenti di successo del cartellone eufemiese: l’escursione naturalistica nel Parco dell’Aspromonte e la rappresentazione teatrale in piazza municipio. Un’attività di valorizzazione del patrimonio culturale, naturalistico e umano del territorio che richiede passione e partecipazione, possibile proprio solo in virtù di una capacità di aggregazione che rappresenta forza e finalità stessa dell’impegno dei soci. Come dimostra l’ambizioso progetto in cantiere per agosto: un musical con protagonisti più di cinquanta attori di tutte le età, già da quattro mesi impegnati nelle prove dello spettacolo. Con tutto quello che ciò comporta – non va dimenticato – in termini di sacrificio e rinunce, per uomini e donne quotidianamente alle prese con problemi di studio, lavoro, famiglia.

L’interesse per i libri ha negli anni consolidato gli appuntamenti con gli autori, le presentazioni di volumi, l’organizzazione di convegni di assoluto livello culturale e scientifico. È questo l’humus in cui è maturata l’idea di dedicare maggio, il mese dei libri, a ben tre incontri letterari cui l’amministrazione comunale darà ospitalità nell’aula consiliare del palazzo municipale. Non si tratterà della “canonica” presentazione di libri, quella per intenderci che prevede lo schema classico di una relazione sul volume, l’intervento conclusivo dell’autore e le eventuali domande del pubblico. Si è preferito dare all’evento un taglio più informale e partecipativo, con i soci protagonisti attivi e non semplici spettatori. Una conversazione aperta al contributo di tutti in una sorta di assemblea con all’ordine del giorno gli input suggeriti dalla lettura dei libri, tutti editi da Città del Sole.

Si inizierà il 3 maggio con Francesco Idotta, docente di Filosofia e Storia presso il liceo scientifico “E. Fermi” di Sant’Eufemia, autore del prezioso Il desiderio del camaleonte, nel quale i temi filosofici che da millenni interrogano l’uomo vengono affrontati con una leggerezza stilistica che nasconde bene la complessità e la profondità del pensiero.
Il 17 maggio sarà protagonista la storia, con ospite di prestigio il presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, professore Giuseppe Caridi, il quale colloquierà con il pubblico circa i risultati del suo ultimo lavoro, La Calabria nella storia del Mezzogiorno.

La chiusura della manifestazione, giorno 29, sarà invece affidata a Elisabetta Villaggio, regista e autrice teatrale alle prese, nel romanzo Una vita bizzarra, con la rivisitazione degli anni Settanta in Italia attraverso le vicissitudini delle protagoniste Rosa e Benedetta.
Filosofia, storia e letteratura per tre appuntamenti imperdibili.

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“Non uccidetelo: è innocente”. Una riflessione

Non commenterò la rappresentazione teatrale “Non uccidetelo: è innocente”. In cuor mio avevo già deciso che sarebbe stato un successo a prescindere da pubblico e consenso; indipendentemente persino dalla sua stessa messa in scena. Anche se la pioggia fosse durata tutta la settimana, costringendo gli organizzatori all’annullamento (non soltanto al rinvio di due giorni), sarebbe stata una vittoria per chi ci ha creduto fin dal primo momento. E non era facile, perché – spiace dirlo – un po’ di ostruzionismo c’è stato, soprattutto all’inizio.

Certo, sono stati tutti bravi, chi più e chi meno. Mimmo Cammareri (Gesù) e Vincenza Carbone (Maria) hanno fatto commuovere una piazza Municipio gremita e muta, ma anche gli altri attori hanno interpretato i rispettivi ruoli con pathos. Il coro polifonico “Cosma Passalacqua” ha confermato di meritare i riconoscimenti ottenuti anche fuori dai confini comunali. Eufemia Costanzo ha dimostrato che in paese probabilmente non c’è nessuno in grado di coinvolgere così tante persone, dal nulla, in un’iniziativa che richiede entusiasmo, impegno e sacrifici. Ripeto, dal nulla, perché questa volta alle sue spalle non c’era nessuna associazione, ma soltanto un estemporaneo gruppo di “giovani e adulti eufemiesi”. Mi rendo conto che questo è un terreno scivoloso, perché parlare di Eufemia Costanzo e Nino Altavilla, mettendo da parte ciò che ci lega da 36 anni, per me non è facile. Quindi, qui mi fermo.

Sulle immancabili piccinerie di paese due parole però vale la pena spenderle. Si sa: i criticoni non mancano mai e se ognuno spera di suscitare apprezzamenti unanimi è meglio che resti a casa a guardare la televisione. E qua occorrere distinguere tra quelli che non hanno mai fatto niente e quelli che, perché qualcosa la fanno, ambirebbero a una sorta di esclusiva. Poiché mi piace essere chiaro, io non credo che una rappresentazione teatrale sulla passione di Cristo possa “danneggiare” la Processione dei Misteri che storicamente si svolge a Sant’Eufemia il Sabato Santo. Né che sia blasfema l’esecuzione, in entrambe le manifestazioni, di una canzone che fa parte della tradizione religiosa di Sant’Eufemia. Né condivido il ragionamento “se partecipi a quella manifestazione non puoi partecipare alla mia”. Con queste logiche il paese non crescerà mai. Con le chiacchiere da comari e le beghe di campanile non si va da nessuna parte.

E allora un applauso va rivolto a tutte queste persone – ed erano un centinaio tra attori, truccatori, costumisti, scenografi, operai – che non erano mai salite su un palco, che nella vita fanno tutto tranne che recitare e che per mesi hanno tenuto accese fino alle due di notte le luci di un quarto piano di palazzo, con tutto l’entusiasmo e l’amore che avevano dentro.

*La fotografia fa parte del servizio pubblicato su Facebook da Toni Condello

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Seminatori di bellezza

Restare o partire. Non c’è molto da girarci attorno, il dilemma è sempre quello. Non ci sono più le valigie di cartone, certo. E fortunatamente il progresso tecnologico ci fa sentire a casa anche a 10.000 chilometri di distanza. Un po’ di coraggio serve, però. La stessa dose richiesta per rimanere, del resto. “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”, ha ricordato la docente di italiano Carmelà Cutrì prendendo a prestito le parole di Cesare Pavese in La luna e i falò. Purché queste non diventino un invito alla diserzione (“tanto da questo posto andrò via”), poiché “non esistono luoghi migliori o peggiori; esistono luoghi in cui i cittadini credono, a cui danno valore, per i quali si spendono e si mettono in gioco”.

Il richiamo a vivere la propria comunità con passione e responsabilità ha fatto da leitmotiv all’evento “Per il nostro bene comune”, realizzato dal Centro Servizi per il Volontariato “Dei due Mari” e dalla due quarte classi del liceo scientifico “Fermi” in collaborazione con l’amministrazione comunale e le associazioni di volontariato “Agape” (Sant’Eufemia) e “Asproverde” (Sinopoli). Maria Grazia Manti, responsabile del settore promozione del Csv, ha spiegato la genesi del progetto, abbozzato già in occasione della premiazione della fotografia presentata nella passata edizione del concorso fotografico “Scatti di valore”: un albero fiorito accompagnato dal messaggio “Considero valore… far fiorire il presente”. È iniziato tutto da quello scatto, hanno spiegato i ragazzi nei loro interventi: uno sguardo fuori dalla finestra e la sensazione di avere anche dei doveri nei confronti del proprio paese, a partire da quello di contribuire ad animare quei potenziali punti di ritrovo che l’incuria rende poco attraenti. Un progetto sviluppato in tre fasi: l’osservazione “con occhi nuovi” della realtà in cui si vive; lo studio di due vicine esperienze di cittadinanza attiva (cooperativa sociale “Felici da matti” e l’associazione di volontariato “Roccella in movimento”); l’incontro a scuola con il sindaco Domenico Creazzo, sottoposto a un forcing di domande sulle problematiche del territorio.

Proprio la sala consiliare del palazzo municipale ha ospitato l’evento conclusivo, con gli studenti protagonisti assoluti e applauditi. I componenti della band impeccabili nell’esecuzione dei brani proposti e le “voci narranti”, che hanno raccontato cosa comporta una visione più profonda della realtà e il senso di responsabilità che ne deriva. Un originalissimo diario di bordo fatto di parole e sentimenti, cui il sindaco Creazzo si è richiamato per invitare i giovani a partecipare alla vita della cittadina con passione, coraggio e responsabilità, doti indispensabili per trasformarsi nei “costruttori di bellezza” invocati nel suo intervento dal presidente del Centro comunitario “Agape” di Reggio Calabria, Mario Nasone.

Ai saluti e ai ringraziamenti del professore Pietro Violi è seguita l’emozionante descrizione delle parole subito dopo “seminate” sul prato della pineta comunale insieme ad alcune piantine, l’esecuzione della canzone “Domani” degli Artisti uniti per l’Abruzzo e la chiusura del direttore del Csv, Giuseppe Pericone.

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Per il nostro bene… comune

Di seguito il comunicato stampa del Centro Servizi per il Volontariato e del Liceo scientifico “Enrico Fermi” di Sant’Eufemia d’Aspromonte, che pubblico volentieri e con l’invito alla più ampia divulgazione.
Sabato tutti in pineta!

“Per il nostro bene… comune”

Evento di animazione e cittadinanzattiva a cura degli studenti delle quarte classi del Liceo Scientifico “Fermi” di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC)

È questo il titolo dell’evento che, sabato 5 aprile a partire dalle ore 10.00 presso la Pineta Comunale, vedrà gli studenti delle quarte classi del Liceo Scientifico di Sant’Eufemia d’Aspromonte mettere in gioco valori, entusiasmo, energie e talenti per animare e dare vita ad un luogo che rappresenta un bene comune per tutta la cittadinanza.

L’iniziativa vuole essere un momento di sintesi e di condivisione di una micro-azione sperimentale promossa dal Centro Servizi al Volontariato di Reggio Calabria in collaborazione con la Dirigenza e lo staff-Docenti del Liceo aspromontano nell’ambito del più ampio ed ormai consolidato progetto di promozione del volontariato giovanile denominato “Scatti di Valore”.

“Per il nostro bene… comune”, infatti, è il risultato di un percorso ideato e sviluppato dal CSV su impulso degli stessi studenti e docenti di Sant’Eufemia, nato per promuovere consapevolezza circa le potenzialità materiali ed immateriali del territorio nonché per testimoniare un modo nuovo di abitare i luoghi e di prendersene cura, contribuendo così allo sviluppo dei territori ed all’accrescimento del ben-essere delle comunità, a partire proprio dalla capacità di mobilitazione delle nuove generazioni.
L’evento, affermando valori e rafforzando legami, vuole essere anche l’occasione per incentivare processi collettivi di partecipazione, cittadinanza responsabile ed impegno civile nelle comunità di Sant’Eufemia e della vicina Sinopoli.

Dopo i saluti istituzionali, protagonisti assoluti saranno i giovani studenti: il programma prevede infatti un prologo musicale a cura della band del Liceo e, subito dopo, uno speciale “Racconto di viaggio” durante il quale i ragazzi narreranno a più voci il percorso che ha portato a questa giornata, le emozioni vissute, le scoperte fatte e le cose imparate durante il cammino, nonché gli spunti e le idee per progettare il domani.

A seguire, gli studenti daranno vita ad un reading per presentare i valori che, alla luce del percorso fatto, desiderano seminare e che si impegnano a coltivare attraverso azioni concrete, con l’aiuto delle associazioni di volontariato, delle istituzioni e di tutta la comunità.

E proprio per simboleggiare questo desiderio di impegnarsi a far fiorire l’oggi ed il domani dei luoghi in cui vivono, i ragazzi pianteranno in tutta la Pineta valori e fiori: un momento evocativo e simbolico a suggello del percorso fatto e raccontato, un momento al quale tutta la comunità è invitata a partecipare.

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Un posto per la nostra storia

Molti ricorderanno la campagna partita da questo blog nel mese di gennaio del 2013, affinché l’amministrazione comunale commemorasse con i dovuti onori Nino Zucco, poliedrico artista eufemiese in contatto con i massimi esponenti della cultura calabrese nel Novecento: Francesco Cilea su tutti, ma anche Leonida Repaci, Corrado Alvaro, Raul Maria De Angelis, Alessandro Monteleone, Michele Guerrisi, Francesco Perri, Antonio Piromalli, Leopoldo Trieste. L’articolo suscitò gli interventi di Antonello Zucco e di monsignore Giorgio Costantino (rispettivamente figlio e nipote di Nino Zucco); quindi, su impulso del sindaco di Sant’Eufemia Domenico Creazzo, in breve tempo ci furono l’inaugurazione della Pinacoteca comunale (all’interno della quale una parete è oggi dedicata alle opere che il figlio di Zucco donò in quella circostanza) e l’organizzazione del convegno “Nino Zucco: pittore, scultore, scrittore, cantore della memoria eufemiese”.

Insomma, esiste un precedente incoraggiante. Per il calendario delle manifestazioni estive 2014 si potrebbe pensare a un’iniziativa di recupero della memoria storica, atteso che il prossimo 5 luglio ricorrerà il centenario della posa della prima pietra del palazzo municipale costruito dopo il terremoto del 1908 e inaugurato ufficialmente nel 1926, alla presenza del gerarca Maurizio Maraviglia.
Quella bella struttura architettonica è stata rasa al suolo una trentina d’anni fa, sostituita dall’attuale. E qui mi fermo, senza aggiungere altro, per carità di patria. È giunta però a noi l’epigrafe composta in quella solenne circostanza dallo storico eufemiese Vittorio Visalli:

Fin dagli oscuri tempi feudali/ madre di eletti ingegni e di forti lavoratori/ strenua ribelle contro la borbonica tirannia/ SANT’EUFEMIA D’ASPROMONTE/ sovvertita due volte dai moti convulsi della terra/ due volte risorse/ ed oggi/ per austera volontà di popolo/ per saviezza di amministratori/ per tenacia operosità del sindaco Pietro Pentimalli/ nel porre le fondamenta del suo civico palazzo/ celebra con sereni auspici un’aurora di vita novella/ e guarda fiduciosa a l’avvenire.

Sarebbe opera meritoria scolpire sul marmo le parole del più eminente storico del Risorgimento in Calabria e collocarle all’interno della sala del consiglio comunale, la sede più appropriata per perpetuare il ricordo del riscatto di un popolo ferito ma non domato dalla furia della natura, oltre che per onorare la grandezza di colui che le vergò.
E in quella stessa aula andrebbe anche collocata una riproduzione dell’epigrafe dedicata nel 1900 all’eufemiese Carlo Muscari, apostolo della libertà giustiziato in piazza del Mercato a Napoli, dopo la caduta della Repubblica partenopea, insieme ad altri quattordici patrioti calabresi. Sistemata in occasione del centenario dell’impiccagione di Muscari all’interno della casa comunale, allora situata nella “piazzetta”, la lapide originale andò distrutta dopo il terremoto del 1908, mentre la copia realizzata per il nuovo palazzo municipale andò persa con la demolizione dell’edificio negli anni Ottanta del secolo scorso:

Tradita la fede dei patti/ da bieca voluttà di tiranni/ CARLO MUSCARI/ milite della Repubblica Partenopea/ moriva strangolato a Napoli/ il 6 marzo 1800/ I cittadini eufemiesi dopo 100 anni/ a ricordo ed esempio.

La sede naturale per le due incisioni sarebbe, a mio avviso, la parete che si trova alle spalle della presidenza del consiglio comunale. Quello è il posto della storia di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Una storia che sappia essere monito e guida per coloro che siedono o siederanno su quegli scranni.

*Sulla vicenda del ritrovamento dell’epigrafe scritta da Visalli nel 1914:
https://www.messagginellabottiglia.it/2013/09/lepigrafe-di-visalli-lo-stupore-di-mico.html

**Per un profilo biografico di Carlo Muscari: Domenico Forgione, Il cavallo di Chiuminatto. Strade e storie di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Nuove edizioni Barbaro, Delianuova (RC) 2013, pp. 116-120.

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U mangiari i San Giuseppi

Leggo “u mangiari i San Giuseppi” e sento l’odore caratteristico di un fumante piatto di pasta e ceci, che regolarmente arricchisco con una spolverata di pepe nero. Dai racconti dei “grandi” apprendo che la pietanza preparata per i bisognosi del paese aveva un sapore speciale, come tutte le cose desiderate e a lungo attese. Sulle polpette al sugo del giovedì di Carnevale, per molte famiglie l’unico giorno dell’anno in cui si comprava la carne, si potrebbero scrivere manuali di cucina. O testi di folclore. Un evento irrinunciabile, la cui importanza viene compendiata dal proverbio popolare “giovedì ’i lardarolu cu non avi carni si ’mpigna ’nu figghiolu”.

U mangiari i San Giuseppi” rimanda a principi e valori che oggi lottano con le unghie per non essere travolti dall’indifferenza e dal disimpegno imperanti. Ricorda persone semplici, che riuscivano a dividere con gli altri il poco che avevano. Che non passavano oltre, distrattamente e infastiditi, alla vista di una mano tesa. Che anzi quelle mani andavano a cercare, quando il naturale pudore di molti sfortunati le costringeva nelle tasche. Ricorda la vita vera delle rrughe, i bambini a piedi scalzi nei cortili e le nostre grandissime donne a sorvegliare pentole enormi, ricolme del pasto che avrebbe alleviato una fame antica. Ogni mercoledì una rruga: e poi la sala matrimoniale “Il Cagnolino”, che dal dopoguerra non ha mai smesso di perpetuare questa nobile tradizione.

Da diversi anni, grazie al dinamismo di un gruppo di amici del Vecchio Abitato “u mangiari i San Giuseppe” ricorda a chi l’avesse dimenticato non solo da dove veniamo, ma soprattutto cosa significa essere comunità e quali doveri abbiamo nei confronti di chi sulla propria tavola non sempre trova il conforto di un piatto caldo. Si tratti di eufemiesi di nascita o di eufemiesi di adozione, che il destino e la fame, dalle strade del mondo, ha portato alle pendici dell’Aspromonte.

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Prima la politica

Come spesso accade per le cose del partito democratico, le primarie che avrebbero dovuto eleggere il nuovo segretario regionale in Calabria hanno registrato una coda inattesa. Neanche tanto, a dire il vero, considerato che già alla vigilia era data come altamente probabile l’eventualità che nessuno dei quattro candidati raggiungesse la maggioranza assoluta dei delegati. Cosa che puntualmente si è verificata. A norma di regolamento, la palla passa all’Assemblea. Non senza qualche coda polemica. Magorno contro Canale. Con il primo che si è fermato a soli due delegati dai 151 necessari per avere la maggioranza. E con il secondo che può a ragione ritenersi soddisfatto. Checché se ne dica, dall’altra parte c’era schierata la stragrande maggioranza dell’establishment dei vecchi democrats, politici di lungo corso ritrovatisi incidentalmente renziani a braccetto, anche fuori dalle insegne di partito, con coloro che più hanno da temere dall’affermazione di uomini e metodi nuovi: Sandro Principe, Marco Minniti, Mario Pirillo, Agazio Loiero, Luigi Incarnato, Peppe Bova, Antonio Borrello, truppe cammellate delle più svariate fogge. Avere impedito a Magorno una vittoria al primo turno, nonostante l’impari lotta contro questi vecchi volponi, per Canale è già una vittoria. L’altro dato a mio avviso confortante riguarda la provincia di Reggio Calabria, dove Canale (54%) ha stracciato l’avversario (45%) nonostante lo sforzo collettivo compiuto da tutti i big (esclusi Nino De Gaetano e Sebi Romeo) per contrastarne l’affermazione. Merito della novità della proposta, colta in particolare da quei giovani che hanno permesso gli exploit di Rosarno, Palmi, Bagnara, Siderno e, a leggere bene le situazioni, anche Gioia Tauro. Il futuro è segnato. Ritorni al passato, almeno in provincia di Reggio, non ce ne saranno. E questa è una prospettiva davvero interessante. Una prima, vera, vittoria.

Ora occorrerà ricomporre i cocci della campagna elettorale, stemperare i veleni di situazioni non limpidissime (Diamante e Belvedere Marittimo), ricercare un’unità di intenti che è indispensabile per affrontare con fiducia le prossime sfide: Europee, Comunali, Regionali.

Il 22 febbraio alle 16.30 Canale riunirà presso l’Hotel Euro Lido di Falerna i delegati, gli amministratori, i segretari di circolo e i sostenitori della sua lista per elaborare la proposta politica da presentare all’Assemblea. Un’altra storia deve necessariamente iniziare dai contenuti, non dalla conta congressuale. Da qui lo slogan #primalapolitica con il quale Canale ha lanciato l’evento.

Come circolo “Sandro Pertini” di Sant’Eufemia, cercheremo di dare il nostro piccolo contributo anche in questa occasione. L’abbiamo fatto giorno 16 con i 130 voti attribuiti a Canale, per i quali grande merito va ai compagni e amici Mario Surace, Enzo Fedele, Peppe Gentiluomo e Pasquale Napoli. E speriamo di continuare a farlo nelle sedi deputate, a partire dal coordinamento della Piana. Perché o la politica parte dal basso, o è altro.

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