Per il nostro bene… comune

Di seguito il comunicato stampa del Centro Servizi per il Volontariato e del Liceo scientifico “Enrico Fermi” di Sant’Eufemia d’Aspromonte, che pubblico volentieri e con l’invito alla più ampia divulgazione.
Sabato tutti in pineta!

“Per il nostro bene… comune”

Evento di animazione e cittadinanzattiva a cura degli studenti delle quarte classi del Liceo Scientifico “Fermi” di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC)

È questo il titolo dell’evento che, sabato 5 aprile a partire dalle ore 10.00 presso la Pineta Comunale, vedrà gli studenti delle quarte classi del Liceo Scientifico di Sant’Eufemia d’Aspromonte mettere in gioco valori, entusiasmo, energie e talenti per animare e dare vita ad un luogo che rappresenta un bene comune per tutta la cittadinanza.

L’iniziativa vuole essere un momento di sintesi e di condivisione di una micro-azione sperimentale promossa dal Centro Servizi al Volontariato di Reggio Calabria in collaborazione con la Dirigenza e lo staff-Docenti del Liceo aspromontano nell’ambito del più ampio ed ormai consolidato progetto di promozione del volontariato giovanile denominato “Scatti di Valore”.

“Per il nostro bene… comune”, infatti, è il risultato di un percorso ideato e sviluppato dal CSV su impulso degli stessi studenti e docenti di Sant’Eufemia, nato per promuovere consapevolezza circa le potenzialità materiali ed immateriali del territorio nonché per testimoniare un modo nuovo di abitare i luoghi e di prendersene cura, contribuendo così allo sviluppo dei territori ed all’accrescimento del ben-essere delle comunità, a partire proprio dalla capacità di mobilitazione delle nuove generazioni.
L’evento, affermando valori e rafforzando legami, vuole essere anche l’occasione per incentivare processi collettivi di partecipazione, cittadinanza responsabile ed impegno civile nelle comunità di Sant’Eufemia e della vicina Sinopoli.

Dopo i saluti istituzionali, protagonisti assoluti saranno i giovani studenti: il programma prevede infatti un prologo musicale a cura della band del Liceo e, subito dopo, uno speciale “Racconto di viaggio” durante il quale i ragazzi narreranno a più voci il percorso che ha portato a questa giornata, le emozioni vissute, le scoperte fatte e le cose imparate durante il cammino, nonché gli spunti e le idee per progettare il domani.

A seguire, gli studenti daranno vita ad un reading per presentare i valori che, alla luce del percorso fatto, desiderano seminare e che si impegnano a coltivare attraverso azioni concrete, con l’aiuto delle associazioni di volontariato, delle istituzioni e di tutta la comunità.

E proprio per simboleggiare questo desiderio di impegnarsi a far fiorire l’oggi ed il domani dei luoghi in cui vivono, i ragazzi pianteranno in tutta la Pineta valori e fiori: un momento evocativo e simbolico a suggello del percorso fatto e raccontato, un momento al quale tutta la comunità è invitata a partecipare.

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Le parole che non ho detto

Avrei voluto dire che è grande quella comunità che riesce ad essere solidale e generosa, che si stringe con affetto attorno a chi ha bisogno. Esprimere profonda gratitudine agli oltre duecento partecipanti alla piccola grande iniziativa dell’Agape, la tombolata di solidarietà per raccogliere fondi da utilizzare per consentire a una famiglia di Sant’Eufemia di accompagnare periodicamente al “Gaslini” di Genova un bimbo affetto da disabilità.

Avrei voluto dire che il sogno delle associazioni di volontariato è quello di scomparire, perché ciò significherebbe che lo Stato riesce a soddisfare i bisogni di tutti. Ma purtroppo non è così: ecco perché occorre incoraggiare e sostenere chi fa volontariato. Sono povere, molto povere, quelle società che non possono contare su questo straordinario patrimonio di umanità.

Avrei voluto dire, soprattutto ai giovani, di avvicinarsi a queste realtà, perché ne trarrebbero certamente un arricchimento e la convinzione di dare un senso profondo alle proprie vite.

Avrei voluto dire che, a volerlo, il tempo per fare del bene lo si può sempre trovare. Perché nessuno ha mai preteso un impegno totalizzante, che tra l’altro contrasterebbe con le ragioni stesse del volontariato. Per restare all’Agape, è sufficiente dare un contributo anche una volta all’anno, per una qualsiasi delle iniziative che l’associazione svolge. Può sembrare poco, ma è soltanto sommando i tanti “poco” che si ottiene il “molto”.

Avrei voluto dire che sulla disabilità c’è ancora molto da lavorare e che nessuno dovrebbe tirarsi indietro. Negli ultimi anni si comincia ad avvertire un approccio diverso, in positivo. Ma non dimentico la prima volta che Peppe Napoli mi portò in una abitazione e vi trovai un ragazzo seduto su una sedia, in un angolo buio.
Avrei voluto dire che a queste famiglie bisogna stare vicino, con gesti concreti e quotidiani: si tratti di lasciare libero il parcheggio riservato ai disabili o di costruire scivoli e pedane d’ingresso ovunque, affinché nessun posto sia inaccessibile per chi si muove su di una sedia a rotelle.

Avrei voluto dire che sogno un mondo senza barriere architettoniche. Un mondo in cui tutti riescano a rivolgersi a un soggetto diversamente abile senza assumere un tono pietoso. Un mondo in cui tutti abbiano pari dignità non perché lo impone la Costituzione, ma perché così è. Un mondo in cui a tutti sia consentito di correre per realizzare le proprie aspirazioni, anche quando le gambe non vanno.
Avrei voluto dire tutto questo, ma so che un conto è scrivere, altra cosa è parlare con la tempesta dentro.
E quindi ho preferito affidarmi alle parole di Giuseppe Pontiggia, tratte dall’autobiografico Nati due volte (2000), al quale nel 2004 Gianni Amelio si ispirò per girare il commovente Le chiavi di casa:

Voi dovete vivere giorno per giorno, non dovete pensare ossessivamente al futuro. Sarà un’esperienza durissima, eppure non la deprecherete. Ne uscirete migliorati. Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte e il percorso sarà più tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita.

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La colonia estiva dell’Agape

A me piace pensare che non si tratti di una coincidenza. Che nelle nostre vite esista un filo che si srotola, mentre il gomitolo corre nella direzione opposta. Anche se poi, in fondo, non ci credo. Però – ecco – vorrei non fosse un caso che il trecentesimo post di questo blog si occupi della colonia estiva organizzata dall’Agape per i disabili.
Perché a quest’associazione – che ha ventidue anni e della quale faccio parte da tredici – devo molto: per l’opportunità che mi ha dato di impegnarmi nel sociale, per i rapporti di amicizia e condivisione che lì dentro sono riuscito ad instaurare, per tante piccole gioie che aiutano a dare un senso alla vita di molti di noi.
Nel corso di tutto questo tempo, come è normale che sia, tanti si sono avvicinati all’Agape e altrettanti se ne sono allontanati: da ringraziare i primi come i secondi, perché una fiaccola è utile pure se brilla per un’ora soltanto, mentre può essere vana se rischiara il vuoto all’infinito.
Certo, i limiti e le difficoltà non mancano, economici e di organico. E con questi bisogna fare i conti quando si prepara un’iniziativa impegnativa come la colonia. Sono ormai lontani gli anni in cui si protraeva per l’intero mese di luglio, grazie alla collaborazione con l’Orfanotrofio Antoniano. Cento bambini più i disabili, con trenta-quaranta volontari che si davano il cambio, tutte le mattine e tutti i pomeriggi.
A causa del progressivo calo dei volontari per motivi di studio o di lavoro, dal 2006 l’associazione ha deciso di dedicarsi esclusivamente ai disabili. A volte affittando alcuni alloggi per una settimana (con conseguente pernottamento), altre facendo la spola tra Sant’Eufemia e Bagnara o Favazzina.

L’estate scorsa, per la prima volta dopo una quindicina d’anni, la colonia non aveva però avuto luogo. Parecchi di noi avevano vissuto l’evento come una sconfitta personale e come un torto nei confronti di questi nostri cari e sfortunati amici che attendono i volontari dell’Agape per andare al mare. Inutile girarci attorno: no Agape, no spiaggia. Questa è la cruda verità.

Qualche mese fa, dopo una rapida e per la verità non molto incoraggiante conta, si è deciso di riprovare comunque. Una settimana, dal 26 agosto al primo settembre. Anche a costo di non fare turni e senza per questo sentirsi particolarmente degni di lode. D’altronde, queste righe vogliono soltanto rappresentare un invito alla partecipazione, affinché la colonia estiva non rischi nuovamente di saltare in futuro, se continuerà a non esserci un ricambio generazionale.

Domenica si chiude, con un pranzo finale sull’Aspromonte e con la consapevolezza di avere fatto quel che bisognava fare. Niente di più.

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Il pezzettino dell’Agape

Tempo fa mi è stata rivolta una domanda a bruciapelo: “è vero che l’Agape sta per morire?”. A me risultava che l’associazione stesse organizzando alcune iniziative per Natale, poi effettivamente realizzate. La domanda tocca però un nervo scoperto, quello delle difficoltà comuni a gran parte delle associazioni a Sant’Eufemia. Problemi di natura economica, con i costi per il mantenimento di una sede che sono ormai diventati insostenibili e che hanno costretto l’Agape a una scelta sofferta ma saggia: niente più sede “fissa”, almeno per il momento, e impiego delle entrate per lo svolgimento delle proprie attività. Ma anche la “crisi delle vocazioni” (all’Agape come al Terzo Millennio, alla Pro-Loco o a qualsiasi altra associazione) che obbliga sempre i soliti a tirare la carretta da anni o decenni perché il ricambio generazionale è pressoché inesistente, sostanzialmente fermo al “boom” registratosi all’inizio del nuovo millennio.
Un fenomeno molto frequente è infatti l’avvicinamento dei giovani all’associazionismo negli anni del liceo, mentre il passaggio all’università ne determina il distacco. Nuovi interessi, maggiori impegni, trasferimento nelle città delle sedi universitarie: a farne le spese è soprattutto il paese, sempre più povero di energie, intelligenze, freschezza e sempre più vecchio, abulico, prevedibile, immutabile. Ecco perché tutte le associazioni eufemiesi sono un patrimonio da salvaguardare. I segnali di vita della comunità provengono in massima parte da quegli ambienti.

Si fa quel che si può, con le forze che si hanno a disposizione. Nel 2012 l’Agape ha dovuto rinunciare alla tradizionale colonia estiva in favore dei disabili, ma tre matrimoni concentrati nel periodo in cui veniva solitamente svolta significano dodici braccia in meno e difficoltà organizzative insormontabili. All’attivo ci sono i progetti realizzati con l’amministrazione comunale per le aree “anziani”, “disabili” e “minori”, che saranno replicati anche nel 2013 per le aree “anziani” (assistenza domiciliare) e “disabili” (attività di affiancamento agli insegnanti di sostegno nelle scuole), e la collaborazione (confermata anche per l’anno scolastico in corso) con il liceo scientifico “Enrico Fermi” per la partecipazione al concorso “Scatti di valore”, ideato dal Centro servizi al volontariato dei Due Mari di Reggio Calabria per promuovere nelle scuole secondarie di secondo grado i valori del volontariato mediante una serie di attività (laboratori, esperienze di cittadinanza attiva, concorso fotografico “Scatti di valore. Sguardi sui valori del volontariato”). Accanto a queste attività e ai banchetti allestiti per la raccolta di fondi (l’azalea della ricerca per sostenere l’Airc nella lotta contro il cancro, in occasione della festa della mamma; i “kiwi for Kiwanis” per quella contro il tetano materno e del neonato), l’annuale pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, l’organizzazione della “giornata del malato” e le iniziative di solidarietà a Pasqua e a Natale: le visite domiciliari agli anziani, il veglione e la tombolata di solidarietà, la tombolata presso la Residenza sanitaria assistenziale per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina”.

Ovviamente si potrebbe fare di più e si potrebbe fare di meglio. Su questo non ci sono dubbi. Ma l’importante è fare qualcosa. Teresa Sarti Strada, cofondatrice di Emergency, soleva ripetere che “se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene”. È questo il senso di tante vite, di tante belle storie.

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Storia di un seme che si è fatto pianta

Erano tutte occupate le poltroncine del teatro della scuola media “Vittorio Visalli”, che ha ospitato il convegno celebrativo per i venti anni dell’Associazione di volontariato cristiano “Agape”. Una celebrazione sobria, senza alcun intento apologetico, ma – come ho avuto modo di considerare nel mio intervento – “con l’umiltà e l’orgoglio di chi è consapevole di svolgere un ruolo prezioso all’interno della comunità eufemiese”. Il tema del convegno (“Le nuove frontiere della solidarietà”) avrebbe dovuto essere svolto da due personalità di primo piano dell’associazionismo provinciale, Giuseppe Pericone e Mario Nasone, rispettivamente direttore e presidente del Centro servizi al volontariato “dei due mari” di Reggio Calabria, struttura prevista dalla legge quadro del volontariato (266/1991) per “promuovere, sostenere e sviluppare le organizzazioni di volontariato e l’associazionismo”.
Gravi problemi familiari hanno purtroppo costretto al forfait Nasone, che è anche presidente del Centro comunitario Agape di Reggio Calabria, fondato nel 1968 da don Italo Calabrò (“Amatevi tra di voi di un amore forte, di autentica condivisione di vita; amate tutti coloro che incontrate sulla vostra strada. Nessuno escluso, mai!”), e che da decenni conduce importanti battaglie per contrastare situazioni di abbandoni, abusi, devianze ed emarginazione sociale.
Il consigliere del Csv Bruno Furfari ha rivolto un breve saluto, quindi il presidente dell’Agape, Pasquale Condello, ha ripercorso i venti anni di servizio dell’associazione in favore dei soggetti più deboli ed emarginati: anziani, minori, disabili. Ha inoltre letto il saluto del fondatore don Benito Rugolino (“avete riempito il mio vecchio cuore di esultanza e vitalità”), che prima di partire per Torino (dove vive) aveva visitato la sede e si era dichiarato felice perché “il seme piantato venti anni fa è diventato una pianta robusta”.
Pericone ha raccontato una favola dei nostri giorni, protagonista un extracomunitario della rivolta di Rosarno, che si conclude con un messaggio di pace universale, da raggiungere smettendola di alzare muri e cominciando a costruire ponti.
La proiezione di un emozionante videoclip realizzato da Iole Luppino e Gina Bagnato (“Vent’anni d’amore”) che ripercorre con le immagini la storia dell’Agape, fino al recente pellegrinaggio a Lourdes, ha preceduto gli interventi del pubblico e il buffet di dolci finale. I volontari rimasti per rimettere in ordine la sala hanno poi concluso la serata con una spaghettata e una grigliata al ristorante preferito dall’associazione, “da Teresa e Vince”.

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Vent’anni d’amore

Sono passati quasi vent’anni da quel luglio del 1991, quando un gruppo di amici motivati e impegnati nel sociale, su impulso di don Benito Rugolino, sacerdote eufemiese che opera a Torino, diede vita all’associazione di volontariato cristiano “Agape”. Agape è l’amore disinteressato e gratuito, un dono al prossimo per il quale non si attende nulla in cambio. Agape è una lunghissima storia d’amore che fa parte della storia stessa di questo nostro paese. In due decenni, sono moltissimi coloro che a vario titolo si sono avvicinati all’associazione e con umiltà, in silenzio e lontano dai riflettori, hanno prestato e continuano a prestare la propria opera al servizio dei soggetti più emarginati della società.
Il primo direttivo, presidente l’avvocato Luigi Surace, diede impulso all’assistenza domiciliare agli anziani, all’assistenza scolastica e ricreativa per i minori disagiati, alla consulenza sociale e sanitaria in favore di nuclei familiari bisognosi. Risale invece alla fine degli anni Novanta la realizzazione di iniziative in favore dei disabili: tra tutte, la colonia estiva, da più di un decennio appuntamento fisso dell’associazione presieduta dal 2002 dall’avvocato Pasquale Condello. Per cercare di soddisfare le esigenze di tutti i partecipanti (volontari e assistiti), nel corso degli anni sono cambiate le modalità e i tempi del suo svolgimento, ma immutati si sono mantenuti l’amore e l’impegno che consentono sempre un’ottima riuscita. Poiché la contiguità territoriale rappresenta una formidabile chiave di successo di questa iniziativa, per la terza volta consecutiva teatro dell’estate dell’Agape, nel 2010, è stata Bagnara. Per una settimana, una quindicina di volontari si sono alternati, con turni diurni e notturni, per fornire un’assistenza adeguata, costante e amorevole ai disabili che hanno convissuto con loro in un alloggio preso in affitto grazie ai proventi dell’autofinanziamento, delle offerte private e delle donazioni del 5 per mille. Altri soggetti disabili sono stati invece accompagnati ogni mattina da Sant’Eufemia a Bagnara e riaccompagnati la sera dai volontari che quotidianamente facevano la spola per risolvere eventuali problemi di natura logistica. Tra le altre iniziative dell’associazione vanno ricordati i pellegrinaggi (almeno uno l’anno), l’assistenza scolastica per minori svantaggiati, le iniziative periodiche in favore dei disabili, l’assistenza agli anziani, l’organizzazione della “giornata annuale del malato” (11 febbraio), “Natale (e Pasqua) di solidarietà”, la formazione dei volontari mediante la partecipazione a corsi come quello sul “Primo soccorso” tenuto dalla Croce Rossa Italiana e ai seminari di approfondimento, convegni e incontri organizzati dal MOVI (movimento organizzato volontari italiani).
In occasione del decennale, l’associazione si era posto come obiettivo l’acquisto di un pulmino per il trasporto di minori, anziani e disabili. Quel “sogno” è stato realizzato, grazie soprattutto alla generosità di quanti – e sono tanti – dimostrano con gesti concreti di apprezzare e sostenere sempre l’operato dell’Agape. Per il 2011, una data importante per l’associazione, che festeggerà vent’anni di attività, il sogno da realizzare è un pellegrinaggio a Lourdes con i disabili. Siamo sicuri che anche questo importante traguardo sarà raggiunto.

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