Il nuovo logo dell’Agape

Per l’anno appena iniziato, l’Associazione di volontariato cristiano “Agape” non ha soltanto voluto regalarsi un nuovo logo, realizzato con la sua riconosciuta maestria da Gresy Luppino. La nuova veste impegna i volontari ad un impegno ulteriore rispetto a quanto è stato ben fatto da chi c’è stato e da chi ancora c’è, dopo oltre trent’anni di attività al servizio della comunità eufemiese.
Sono volontario dell’Agape da 27 anni, l’associazione è parte importante della mia vita. Siamo cresciuti insieme, insieme abbiamo affrontato e superato le difficoltà che si sono nel tempo presentate. Ricordo riunioni in tre, o visite effettuate in due, senza per questo avere mai pensato di mollare. Vedere che in questo ultimo anno ci sono stati nuovi ingressi, non può che fare piacere.
Abbiamo sempre sentito la responsabilità e l’onore di fare qualcosa che va oltre le nostre stesse persone. Quando c’è da fare una cosa, va fatta e basta. La molla è sempre quella. Perché i campi di intervento sono tanti, ma i modi per farci fronte spesso sono più a portata di mano di quanto possa sembrare. Serve solo capacità d’ascolto e buona volontà.
Spesso ci rendiamo conto che basta poco, che l’attenzione è davvero ciò di cui c’è bisogno. Ma non si può leggere una comunità restando chiusi in casa. Nelle case – piuttosto – occorre entrarci. Per un volontario è questo il più grande motivo di orgoglio. Senza la fiducia dell’altro, senza una solida credibilità, non si entra da nessuna parte; e non si dura trent’anni e passa.
Non è stata una decisione presa a cuor leggero. Al vecchio logo, molto bello e realizzato da Sarino Surace, eravamo parecchio affezionati. Inciso su una croce di legno, ci ha accompagnato in tutti questi anni ovunque. Mi piace ricordare, tra i tanti momenti, quelli per me più significativi: il pellegrinaggio a Lourdes nel 2011 e il Giubileo degli ammalati e delle persone disabili nel 2016.
Però era necessario cambiare. I motivi li ha spiegati bene Gresy nel post di presentazione del logo: «Nell’era del cambiamento e della crescente globalizzazione avevamo bisogno di una nuova rappresentazione visuale che comunicasse, specie a chi ancora non ci conosce o ci conosce poco, chi siamo e cosa facciamo. […] abbiamo voluto che il cuore simbolo per eccellenza dell’amore, sede dei sentimenti e delle emozioni, rappresentasse la nostra nuova identità. A rafforzare il concetto una mano che è segno invece, di azione, fiducia e sicurezza».
Al logo è seguita la creazione delle pagine Facebook e Instagram, che nella nostra idea dovranno diventare non soltanto lo strumento di diffusione delle attività dell’Agape, ma anche una sorta di finestra sul mondo del volontariato nel suo complesso e sulle tante “buone azioni” che si registrano un po’ ovunque, anche se fanno meno notizia rispetto al brutto che ci circonda.

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Il Natale di solidarietà dell’Agape

Si è concluso con la tradizionale tombolata il ciclo di iniziative del “Natale di solidarietà dell’Agape”. La serata è stata anche l’occasione per fare una sorta di consuntivo delle attività svolte nel corso dell’anno, grazie soprattutto – giova ribadirlo – al contributo e al credito che la comunità accorda oramai da più di trent’anni all’associazione. Affetto, generosità e fiducia spiegano ciò che l’Agape è riuscita a costruire nel tempo, con l’impegno dei suoi volontari e con il supporto morale ed economico dei cittadini comuni, degli esercenti e delle istituzioni. Altra parola chiave è “sinergia”, la collaborazione cioè con associazioni e realtà impegnate nel sociale. Il “Natale di solidarietà” ne è stata concreta prova in tutte le sue fasi. A partire dalla consegna dei doni natalizi ai partecipanti alla colonia estiva, che si è svolta nel teatro della Scuola dell’infanzia paritaria “Padre Annibale Maria di Francia”. Una serata all’insegna del divertimento, con canti, balli e l’apparizione di Babbo Natale.
A seguire, la visita agli ospiti della residenza sanitaria per anziani “Prof. Mons. Antonino Messina” in collaborazione con il Coro polifonico “Cosma Passalacqua”, che ha eseguito brani natalizi, mentre i volontari dell’associazione presieduta da Iole Luppino hanno recitato alcune poesie sul Natale. E sempre il coro parrocchiale, in occasione del concerto di Natale in vernacolo “A bona novella”, ha voluto dimostrare la propria vicinanza all’Agape destinandole il ricavo di una riffa.
Ancora, la sorpresa organizzata per un bambino che nella letterina a Babbo Natale aveva confessato di non avere mai ricevuto regali: «Ti prego, vieni a casa mia con gli elfi e portami i Lego, tanti vestiti, caramelle, quaderni, penne colorate». Desiderio che è stato possibile esaudire grazie alla disponibilità dei “Ragazzi di quartiere”, con i quali è stato preparato l’incontro presso il teatro della “Annibale Maria di Francia”.
La tombolata chiude un anno difficile per diversi volontari, colpiti negli ultimi dodici mesi da pesanti lutti familiari. Ad Adelina Luppino, che manca dal 2007 e che oggi avrebbe compiuto sessant’anni (non a caso la tombolata cade intorno a tale data), si sono aggiunte nel 2024 persone molto care all’Agape: «Ci siamo lasciati lo scorso anno – si leggeva nel video proiettato nel montaggio di fotografie proiettato all’inizio della serata – così numerosi, pieni di buoni propositi e speranze per l’anno che sarebbe da lì a poco arrivato. Abbiamo stilato programmi nuovi e fatto viaggi interessanti, ma abbiamo anche pianto per aver perso persone a noi tanto care. Il ricordo della loro preziosa amicizia difficilmente svanirà ma soprattutto di un sorriso in particolare non ci dimenticheremo». Sullo sfondo, il sorriso del piccolo Giuseppe. Ci piace pensare che lui e gli altri amici venuti a mancare siano stati, ieri sera, felici insieme a noi. Come un tempo.

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La colonia estiva dell’Agape 2024

Si è conclusa nel cortile della Scuola dell’infanzia paritaria “Padre Annibale Maria di Francia” l’edizione 2024 della colonia estiva dell’Agape. Una serata di canti, balli, giochi, rustici, dolci e tanti, tanti sorrisi. Il magone alla fine resta sempre, ma anche la determinazione nel darsi tutti appuntamento alla prossima estate.
Quest’anno è stata dura, inutile nasconderlo. Ma forse proprio per questo è stato più bello riuscirci ancora, perché la forza di volontà davvero è capace di smuovere le montagne. Abbiamo fatto del nostro meglio, siamo stati ripagati dalla felicità dei ragazzi. Questo conta.
C. con le sue mille domande, R. che barcolla ma non crolla, G. che aspetta in piedi dietro la porta l’arrivo del furgone, anche quest’anno generosamente messo a disposizione dalla “Annibale Maria di Francia”. T. lo “sdraiatore”, improvvisatosi anche venditore ambulante, per la gioia di tutti. N. che ha provato senza braccioli né ciambella: «Tienimi stretto». Certo che ti teniamo stretto, basta il tuo “ciauwu” ad aprire il cuore. Bastano i tuoi occhi, quando ti abbiamo detto che era l’ultimo giorno di mare.
E poi l’esordio della sedia job ricevuta in dono, a conferma di quanto importante sia il contributo della comunità e dei privati che da sempre sostengono questa iniziativa, in silenzio o partecipando al veglione di fine anno, che di fatto finanzia la colonia. Ancora una volta a Bagnara, quest’anno in due tempi: fine luglio e fine agosto, per riuscire in qualche modo a completare due settimane.
Quest’anno siamo stati in pochi, troppo pochi, anche se tre nuove volontarie hanno avuto modo di provare questa esperienza. Ma non si può fare volontariato, così come partecipare alle attività di qualsiasi associazione, se non si è disposti a rinunciare a qualcosa. Non si tratta di coprire un buco nelle proprie vite, quanto di aggiungere qualcosa che le arricchisca di senso.
Esistono sempre validi motivi che portano altrove: impegni di lavoro e di famiglia, difficoltà ad incastrare giorni ed ore. Ma ne esiste sempre almeno uno in più per non tirarsi indietro, per esserci. E per rispondere al dolore recente degli addii di Cosimo e Angela con l’allegria di questi giorni, che a loro dedichiamo.

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Una grande prova di generosità

Grazie anche ad un ottimo lavoro di prevendita e alla grande adesione in piazza Matteotti nella mattina di domenica 12 maggio, tutte le azalee dell’AIRC sono state distribuite dai volontari dell’Agape. Con 168 piantine, Sant’Eufemia d’Aspromonte ha conseguito nella provincia di Reggio Calabria il migliore risultato, in proporzione alla popolazione, confermandosi inoltre tra i primi comuni in termini assoluti.
Grazie a tutti per il generoso contributo in favore della ricerca per lotta contro il cancro.

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L’azalea della ricerca per la festa della mamma

Domenica 12 maggio, in occasione della Festa della Mamma, oltre 20.000 volontari saranno presenti in 3.500 piazze italiane con l’azalea della ricerca AIRC, che quest’anno festeggia il suo quarantesimo compleanno.
Insieme all’azalea verrà offerta una guida che ripercorre i principali traguardi raggiunti: «Le conquiste della ricerca si traducono in vite salvate e negli ultimi quarant’anni in Europa – ricorda l’Airc – sono state salvate dal cancro le vite di oltre due milioni di donne».
A Sant’Eufemia d’Aspromonte saranno i volontari dell’Agape ad occuparsi della distribuzione della piantina simbolo della battaglia contro i tumori femminili.
Con una donazione di 18 euro, potremo festeggiare le nostre mamme e dare un aiuto concreto alla lotta contro il cancro.
Chi volesse aderire alla prevendita, può contattare i volontari dell’associazione.
Vi aspettiamo in piazza Matteotti, dalle ore 9.00 alle 13.00.

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La Pasqua di solidarietà dell’Agape

Un piccolo pensiero per dire “ci siamo”, come Agape e come comunità che con la propria generosità consente ai volontari di “esserci”. È il senso della distribuzione delle uova di Pasqua, stamattina, agli amici dell’Agape e ai ragazzi che in estate partecipano alla colonia estiva. Ed è bello leggere negli occhi l’attesa di chi sa che, come ogni anno, i volontari arriveranno. La Pasqua di solidarietà dell’Agape è fatta di gesti, di abbracci, di parole scambiate dandosi appuntamento alle occasioni di incontro, come quello recente in pizzeria o all’ estate imminente che vedrà tutti alle prese con ciambelle e creme solari.
Mercoledì c’era stata la prima iniziativa pasquale, l’ormai ventennale Via Crucis con gli ammalati all’interno della Residenza sanitaria per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina”, preceduto dalla consegna di un uovo di Pasqua. Condotti dal parroco don Marco Larosa, i volontari dell’associazione, le operatrici della struttura e il coro “Cosma Passalacqua” guidato dal Maestro Angela Luppino hanno ripercorso le tappe della Passione di Gesù in un luogo che richiama, in eguale misura, sofferenza e amore. Caterina e Iole si sono soffermate con la croce e con i cartelli delle stazioni accanto agli ospiti della struttura, disposti attorno al tavolo circolare della sala ricreativa, mentre si susseguivano le letture delle riflessioni, aventi come tema “Prima di tutto la vita”.
La Via Crucis nella RSA tocca corde intime per ciò che rappresenta e per la partecipazione degli anziani che ne seguono lo svolgimento con emozione, sia quando pregano e ascoltano, sia quando si uniscono commossi all’esecuzione dei canti della tradizione pasquale, tra i quali lo straziante “Stava Maria dolente” nell’intensa esecuzione di Noemi e Stefania.

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La Giornata del malato

La Giornata mondiale del malato, istituita da Giovanni Paolo II e giunta alla trentaduesima edizione, anche quest’anno è stata onorata dall’Agape con la visita agli ospiti della RSA “Mons. Prof. Antonino Messina”. Nel suo messaggio, Papa Francesco si è soffermato sulla necessità di “curare il malato curando le relazioni”: «L’esperienza dell’abbandono e della solitudine ci spaventa e ci risulta dolorosa e perfino disumana. Lo diventa ancora di più nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria. Il tempo dell’anzianità e della malattia è spesso vissuto nella solitudine e, talvolta, addirittura nell’abbandono. […] La condizione dei malati invita tutti a frenare i ritmi esasperati in cui siamo immersi e a ritrovare noi stessi. In questo cambiamento d’epoca che viviamo, specialmente noi cristiani siamo chiamati ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù. Prendiamoci cura di chi soffre ed è solo, magari emarginato e scartato».
Dopo la consegna del dono dell’associazione da parte del presidente Iole Luppino (un cero per la piccola cappella della struttura), i volontari hanno recitato il Santo Rosario condotto dal parroco don Marco. Con la consueta disponibilità e sensibilità, il coro parrocchiale “Cosma Passalacqua”, guidato dal Maestro Angela Luppino, ha aderito all’iniziativa accompagnando le preghiere con l’esecuzione di canti religiosi. Molto intensa ed emozionante la partecipazione attiva di alcuni anziani, tra i quali non c’era purtroppo la signora Rosa, deceduta qualche giorno prima ed alla quale la Giornata è stata dedicata.
Presso la chiesa di Sant’Ambrogio, don Marco ha infine celebrato la Santa Messa in onore dei volontari dell’Agape che continuano a vivere nel ricordo di tutti: Adelina, Anna, Marco, Antonella, Sarina.

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Il Natale di solidarietà dell’Agape

Venerdì 29 dicembre, presso la sala ricevimenti “Cagnolino”, avrà luogo il tradizionale veglione di fine anno che conclude le iniziative del “Natale di solidarietà” dell’Agape.
Le attività dell’associazione presieduta da Iole Luppino hanno avuto inizio il 2 dicembre, con la consegna alla RSA “Prof. Mons. Antonino Messina” di un albero di Natale che dopo le festività sarà messo a dimora nel giardino. I volontari dell’associazione, insieme alle operatrici e agli ospiti della struttura, in un clima di partecipata condivisione hanno poi recitato il Santo Rosario in onore dell’Immacolata.
La realizzazione della seconda iniziativa è stata resa possibile grazie alla sensibilità del coro parrocchiale “Cosma Passalacqua”, con il quale da tempo l’Agape organizza presso la RSA “Messina” momenti di intrattenimento musicale. Con l’accompagnamento del coro, sono stati infatti intonati i canti della tradizione natalizia, eseguiti al ritmo del battito delle mani e con il coinvolgimento degli anziani della struttura, alcuni visibilmente emozionati.
Qualche giorno fa i volontari hanno invece fatto visita ai partecipanti alla colonia estiva per scambiare gli auguri e per consegnare un regalino da mettere sotto l’albero.
L’evento del 29 dicembre non è soltanto l’occasione per trascorrere una serata in allegria tra giochi, canti e balli. Tutte le attività dell’associazione, a cominciare dalla colonia estiva che è quella economicamente più dispendiosa, sono infatti finanziate con il ricavato della tombolata di fine anno. Per questo è importante partecipare. L’Agape è sostanzialmente uno strumento a disposizione del territorio (non l’unico, ovviamente), che consente alla nostra generosa comunità di dare un contributo concreto per la realizzazione di iniziative di solidarietà.
Vi aspettiamo!

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L’umanità dei luoghi

“L’umanità dei luoghi. Storie di volontariato dall’Aspromonte al mare” è un documentario, prodotto dal Centro Servizi per il Volontariato dei Due Mari – ETS e realizzato da MedMedia, che in circa un’ora racconta storie significative di volontariato della Provincia di Reggio Calabria. Si parla anche dell’Agape di Sant’Eufemia d’Aspromonte (al minuto 30:50): anzi, sono i volontari a raccontare e a raccontarsi mentre sono impegnati nella realizzazione della colonia estiva.
Di recente, “L’umanità dei luoghi” è stato selezionato per concorrere al 77° Festival Internazionale del Cinema di Salerno e, fino alle 23:55 del 1° dicembre, è possibile sostenerne la candidatura.
Per votare è sufficiente aprire il link https://show.festivaldelcinema.it/ e registrarsi, fare l’accesso (login) digitando il nome utente e la password, cliccare sulla sezione DOCUMENTARI, trovare “L’umanità dei luoghi” e votare scegliendo il numero di stelline (da 1 a 5).
Consiglio non soltanto di votare: l’intero documentario merita di essere guardato. In Calabria ci sono tante storie belle, che meritano di essere raccontate e conosciute.

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Con Sant’Eufemia tra gli anziani della residenza sanitaria assistenziale

Sin dalla sua fondazione, tra la RSA “Mons. Prof. Antonino Messina” e l’Associazione di volontariato cristiano “Agape” perdura un rapporto speciale, che nel tempo si è consolidato grazie alla realizzazione di iniziative di solidarietà presso la struttura di via Silvio Pellico. Anche ora che non è consentito effettuare le visite come nel periodo pre-covid, sono infatti diverse le occasioni di incontro: il “Natale di solidarietà”, la Via Crucis pasquale, la Giornata Mondiale del Malato, momenti di preghiera nel corso dell’anno con la recita del Rosario.
I volontari si sentono a casa, da parte della direttrice Rossana Panarello e del personale che lavora nella struttura ci sono sempre grande disponibilità, spirito di collaborazione e un’apertura verso l’esterno che non è scontata, ma che è molto gratificante.
Anche questa volta è stato così per l’idea, sposata con entusiasmo dal parroco don Marco Larosa, di fare vivere la novena di Sant’Eufemia anche agli ospiti della struttura, alla quale la presidente dell’Agape Iole Luppino ha consegnato una statuetta della Santa Protettrice. La visita e la recita della coroncina in onore di Sant’Eufemia è stata impreziosita dalla presenza del coro polifonico parrocchiale “Cosma Passalacqua”, con il quale da diversi anni l’Agape – specialmente all’interno della RSA – opera sinergicamente. Vivere al meglio l’associazionismo significa collaborare con le realtà operanti sul territorio, portatrici di identità proprie che, messe insieme, moltiplicano gli effetti positivi delle singole specificità.
Dopo la recita della coroncina, guidata da don Marco, il salone della struttura è stato inondato dalla soave musica del Maestro Angela Luppino e dalle voci del coro parrocchiale, che ha eseguito i canti tradizionali dedicati a Sant’Eufemia: “Tutta bella, tutta pura” e “Leviam giulivi un cantico”. Un’esibizione toccante, alla quale molti anziani hanno dato un attivo e molto emozionato contributo.
Per i volontari dell’Agape i momenti vissuti nella RSA “Messina”, emotivamente forti, sono unici. “Come se qualcuno li disegnasse con cura”, ha commentato un volontario, “ma in questa occasione con una cura addirittura maggiore rispetto al solito”: «Un luogo di sofferenza si trasforma di colpo in un angolo di paradiso nel quale il canto e la preghiera diventano, per chi crede in Dio, speranza di eternità».
La struttura sanitaria è parte integrante della comunità eufemiese. Non è un luogo di morte, bensì un luogo di dedizione, di amore, di vita al di là delle difficoltà e del destino intuibile per coloro che si accingono a percorrere l’ultimo tratto di strada. I quali, proprio per questo motivo, meritano la massima considerazione. Osservando gli anziani e l’attività del personale della struttura si riesce a comprendere quanto sia orrenda l’imperante cultura dello scarto, più volte denunciata da Papa Francesco, e quanto sia inestimabile il valore di ogni singola esistenza umana.

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